Josep Drust sperimenta la nuova funzione Array Mesh di ZBrush 4R7 per realizzare una complessa scena di architettura.
Josep Drust sperimenta la nuova funzione Array Mesh di ZBrush 4R7 per realizzare una complessa scena di architettura.
Vectric è orgogliosa di annunciare una nuova importante versione per il suo prodotto di punta, Aspire V8, il software CAM di riferimento per lavorazioni di bassorilievi, incisoria, intaglio ed ebanisteria. La nuova versione introduce un significativo numero di miglioramenti e nuove funzionalità. Le clip art fornite con il programma si sono arricchite di altri 150 modelli vettoriali 3D (1.500 dollari di valore), portando il numero totale di file a oltre 1400. Nuovi potenti strumenti di disegno, come la funzione Vector Texture rendono più facile creare esclusivi pannelli con texture ad onda e realistici sfondi granulari.
Per rendere il layout 3D più semplice e più intuitivo ora è possibile accedere alle funzioni di modifica dei componenti direttamente nella vista 3D. Sono anche presenti notevoli miglioramenti alle funzioni di sculpting e levigatura per modelli 3D e una efficace opzione di shading con ombre per migliorare ulteriormente il realismo del modello 3D.
Riguardo ai percorsi utensile del programma sono presenti un gran numero di opzioni aggiunte a molte delle strategie di lavorazione per aumentare la flessibilità e qualità di finitura.
Dopo anni di interessanti esperimenti per la messa a punto di macchine additive, Roland presenta finalmente sul mercato la sua prima stampante 3D, ARM 10.
Insieme al modellatore SRM 20 fa parte del concetto “MonoZukuri” introdotto da Roland. Il termine, di origine Giapponese, è composto da due parole: “Mono” (sogni, idee, immaginazione) e Zukuri (produrre, realizzare, fabbricare).
Da sempre Roland ha proposto piccole macchine versatili (stampanti, plotter, fresatrici, macchine da incisoria) utili agli artigiani per sviluppare un ambiente di “Digital Fabrication”, nel quale fosse possibile sfruttare il contributo delle diverse tecnologie.
Con la coppia ARM 10 e SR 20 l’azienda offre la versatilità dell’approccio additivo e l’accuratezza e velocità di quello sottrattivo. Secondo gli standard giapponesi, ARM 10 è una macchina costruita con cura e, diversamente da quanto accade per molte macchine a resina di produzione estera, pienamente supportata in Italia dalla presenza di Roland e di una capillare rete di rivenditori.
ARM 10 utilizza speciali lenti antiopacità brevettate, e la resina ImageCure prodotta da Roland, che semplifica le operazioni di finitura. E’ in grado di produrre oggetti particolarmente dettagliati con una notevole qualità.
Specifiche tecniche:
Anche se abbiamo già pubblicato alcune recensioni su questa macchina, non era ancora stata realizzata una scheda sintetica per la nostra Guida alle stampanti 3D.
Ripariamo volentieri a questa mancanza, anche perché la macchina merita un posto d’onore nello scenario delle FDM desktop.
Sviluppato da Attila Horvat in Ungheria, il progetto CraftBot è stato finanziato da una campagna di successo Indiegogo nel 2014, e costituisce un felicissimo esempio di ingegnerizzazione di prodotto, nel quale sono sintetizzate tutte le funzionalità di una moderna stampante 3D con una linea essenziale e pulita in una soluzione a basso costo.
Costruita su un telaio portante in lamiera d’acciaio in un solo pezzo, la macchina è contemporaneamente leggera e robusta. L’architettura di ultima generazione CoreXY riduce le masse mobili al minimo, a vantaggio della precisione e della riduzione delle inerzie. Il sistema di trazione dell’estrusore è efficiente e ispezionabile.
Anche l’elettronica – sviluppata integralmente da CraftWare e basata su processore ARM Cortex a 32 bit, evidenzia l’originalità del progetto e l’attenzione del costruttore nell’impiego delle più recenti tecnologie.
Il cablaggio, pulito ed essenziale, sfrutta elementi Chain Cable: nessun cavo disordinato è visibile o rischia di inceppare la macchina.
Un grande volume di stampa (10 lt), assieme alla comodità del piano di lavoro rimovibile, alla eccezionale visibilità e al display a colori touch screen rendono la macchina versatile e piacevole da utilizzare.
CraftBot ha ottenuto un punteggio 9.0, il migliore della categoria Budget nell’indagine 3DHubs 2015, condotta su oltre 9000 utilizzatori di stampanti 3D nel mondo.
Con un costo di appena 950€ + IVA, propone un rapporto prezzo/prestazioni difficile da battere. CraftBot è distribuita in Italia in esclusiva da ShareMind.
Caratteristiche tecniche:
Meritatamente considerata tra i principali protagonisti della “rivoluzione RepRap”, Mendel Max giunge alla “Version 3” piuttosto in sordina.
E’ tramonto delle stampanti Fai Da Te? Può darsi. Certamente, oggi sono disponibili svariati modelli di stampanti costruite industrialmente di ottima qualità, a costi concorrenziali e pronte all’uso. Ha ancora senso investire qualche settimana, dubbi, arrabbiature per montare da soli una macchina che alla fine può costare notevolmente di più ed offrire prestazioni inferiori? Dal mio punto di vista, se lo scopo non è tanto quello di stampare, ma di sfruttare l’occasione della costruzione per comprendere più a fondo i retroscena della stampa 3D, allora si, ha ancora un senso. Certo, come ho già fatto più volte, sconsiglierei l’acquisto di un kit (di qualsiasi genere) agli impazienti, ai frettolosi, ai pasticcioni, e più in generale a chi vorrebbe stampare subito (e bene).
La costruzione di un kit è un’operazione complessa, che richiede una considerevole esperienza nel bricolage, competenze di meccanica e di elettronica, uno spazio di lavoro tranquillo e a lungo disponibile, un sacco di pazienza. Ma la questione principale rispetto alla Mendel Max 3 alla fine non è tanto a chi è (e a chi non è) destinato questo kit, ma cosa esprime di nuovo rispetto alle versioni precedenti.
Nelle comparazioni, oltre a considerare naturalmente le V1 e V2, includo anche la “Mendel Max 2.5”, una macchina non ufficiale, che tuttavia presentava interessanti soluzioni costruttive.
Nonostante da molti ritenuto ormai superata, l’architettura semigantry con il piano di lavoro scorrevole sull’asse Y rappresenta un punto di continuità con il passato.
Completamente nera e un tantino lugubre, la MM3 appare sfacciatamente meccanica, per il piacere degli appassionati della cinematica “a vista”.
Il primo, positivo cambiamento è l’adozione di uno chassis chiuso. Finalmente, un cablaggio pulito. Scompaiono dalla vista i vari cavi, le schede elettroniche, l’alimentatore, ora completamente racchiusi nella base della macchina. Due fin troppo robusti Chain Cable racchiudono le “vene elettriche” che portano energia e segnali all’estrusore e all’asse X.
Il secondo colpo d’occhio va alle guide. Gli scorrimenti avvengono ora su ruote in gomma montate su cuscinetti, che insistono su cave a V. Nonostante le rassicurazioni dei progettisti, questa soluzione che ricorda troppo i pattini a rotelle ci piace assai meno, rispetto alle ottime guide prismatiche della MM 2.5. Fatto marginalmente positivo, sono anche apparentemente scomparsi i due motori Z, ora integrati nel basamento della macchina.
Abbandonata la trazione ad ingranaggi, che consentiva regimi minimi di avanzamento del filo e di conseguenza l’impiego del diametro 3.0, la macchina utilizza ora filamenti calibro 1.75.
Nello stile “duro e puro” di una moto naked, niente display, né jog, né lettore di schede SD. Almeno per quest’ultimo, la comodità di stampare in modo stand alone sarebbe stata sicuramente apprezzata. Tanto più che qualche sforzo di rendere la macchina “interattiva” è stato fatto, con la curiosa aggiunta di due strisce led, una alla base e una dietro al logo intagliato, che cambiano colore durante le varie fasi di lavoro della macchina.
Tutto sommato, l’intervento generale su progetto appare in qualche modo più estetico che funzionale. In un certo senso è comprensibile: Mendel Max è ormai quasi un oggetto di culto: un cambiamento radicale sarebbe stato poco apprezzato dal popolo Mendel: un po’ come se Harley Davidson proponesse una motocicletta carenata. Mendel Max ha il look & feel di una radio a valvole, e gli appassionati la vogliono così.
Una esaustiva sessione di modellazione con Z-Brush 4R7 di David Richardson consente di esplorare alcune delle nuove funzionalità del cavallo di battaglia di Pixologic.
Z-Brush 4R7 è disponibile a Roma e presso tutti i rivenditori ShareMind.
Negli ultimi anni, abbiamo acquisito la distribuzione di prestigiosi marchi, e nel nostro catalogo sono presenti i migliori prodotti offerti dal mercato per la stampa e la scansione 3D. Siamo in grado di offrire soluzioni complete, che includono hardware, software e servizi per una moltitudine di diverse applicazioni.
E’ tempo di crescere ancora, attivando sul territorio aziende motivate, che condividano con noi la passione per l’innovazione tecnologica e siano in grado di fornire, come nella tradizione ShareMind, la migliore qualità di assistenza possibile.
Se vi riconoscete in questo profilo, amate il gioco di squadra e volete offrire ai vostri clienti i migliori strumenti del momento per il “Digital Fabrication”, scriveteci.
Vi contatteremo presto. Anche nella vostra città, molti richiedono i prodotti ShareMind. Domani potreste essere voi a venderli.
La locazione operativa è una soluzione che consente, a fronte del pagamento
di un canone fisso periodico, di avere la disponibilità di un
bene strumentale utile alla propria attività, anche per attrezzature di
importo limitato a partire da 500 euro, senza acquisirne la proprietà
e usufruendo di tutti i vantaggi dei servizi di supporto.
È destinata a piccole e medie imprese, che cercano una soluzione
flessibile e commisurata alla normale vita utile degli strumenti, consentendo
con facilità il rinnovo tecnologico e contrastando l’obsolescenza
dei beni aziendali.
Chiamaci oggi per saperne di più al 3929740228, o scrivi a info@sharemind.eu, richiedendo un preventivo per i prodotti di tuo interesse.
Stiamo conducendo a Roma alcuni test per utilizzare le stampanti Zortrax per la realizzazione di modelli impiegati come ausilio al chirurgo negli interventi di chirurgia Maxillofacciale.
A partire da dati provenienti da tomografie assiali computerizzate (TAC), è possibile ricavare un fedele modello 3D della struttura ossea del cranio. I dati possono essere integrati con scansioni del soggetto effettuate con scanner Artec EVA. La scansione viene allineata allo scheletro, ed il chirurgo può in questo modo valutare i futuri effetti dell’intervento sulla fisionomia del paziente. Il modello 3D può essere usato in sala operatoria come riferimento per ottenere attraverso l’intervento il recupero della simmetria del volto. Al momento, gli esperimenti sono preliminari, e condotti con materiale TAC a bassa risoluzione, ma i risultati appaiono decisamente promettenti.
A breve pubblicheremo un esaustivo case history relativo a queste tecniche.
Nell’esempio, questa frazione di cranio (l’area che verrà interessata dall’intervento) è stata stampata (naturalmente in grandezza naturale) con una risoluzione layer di 190 micron.
Da quando utilizziamo le Zortrax, dotate di un piano di lavoro microforato che non necessita di alcun accorgimento, l’idea di dover spruzzare della lacca, spalmare Vinavil o applicare nastri blu/kapton sul piano di lavoro della stampante 3D ci appare come un arcaico, empirico rimedio al quale siamo ben felici di non doverci assoggettare.
Tuttavia, ancora molti acquirenti di stampanti 3D anche “blasonate”, scoprono con meraviglia la presenza di flaconi di “Lacca Splend’Or Fissaggio Forte” nell’imballo delle macchine appena acquistate. Siamo contenti che la lacca Splend’Or (da quaranta anni sullla testa di milioni di donne Italiane come cita la didascalia) abbia trovato un nuovo campo di applicazione dopo il crollo delle “teste cotonate”, ma francamente ci sembra un po’ ridicolo comprare una tecnologica macchina da 2000€ e dover ricorrere alla bomboletta della nonna.
Così, anche per i meno fortunati possessori di stampanti 3D senza piano microforato, ci siamo dati da fare per trovare una soluzione più elegante per scongiurare il distacco delle parti durante la stampa. E abbiamo introdotto nel nostro catalogo un innovativo film che risolve il problema. Si chiama BuildTak, è facilmente applicabile al piano di lavoro, è durevole e può essere facilmente tagliato a misura. Una volta fissato, possiamo finalmente dire addio ai vari collanti, che talvolta incollano poco e talvolta incollano troppo. BuildTak, economico e funzionale, è disponibile presso ShareMind dal 25 Febbraio.