Nuove stampanti 3D xBOT

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Siamo lieti di annunciare la disponibilità della nuova serie di stampanti 3D ShareMind – xBot, che completa la nostra gamma desktop con una macchina accessibile a tutti.

xBot155Il progetto sfrutta tutti gli elementi che abbiamo raccolto in oltre 6 anni esperienza nella distribuzione di stampanti 3D e produzione di kit e componenti, nella cooperazione con vari produttori e nella stesura di recensioni per i più diffusi modelli in commercio. L’obiettivo era semplice ma ambizioso: quello di realizzare una macchina orientata alla tipologia di utenti più ampia possibile.
Economica, semplice da usare, robusta e capace di produrre modelli con un elevato grado di dettaglio.

Leggerezza dove serve

leggerezza

Riducendo la massa di tutte le parti mobili, il sistema guadagna nella precisione di posizionamento ad elevate velocità. Ad esempio, le tipiche inversioni di direzione necessarie durante i riempimenti solidi possono essere eseguite senza vibrazioni, anche con elevate impostazioni di accelerazione. Il risultato sono movimenti morbidi e la drastica riduzione di artefatti nelle stampe di geometrie complesse. I potenti motori Nema 17 da 2.5 A lavorano molto distanti dai loro limiti.

Robustezza dove è necessaria

telaio

Un telaio extra resistente in duralluminio tagliato al laser da 3 mm (2,5 Kg di alluminio per la xBot 155 e 3,5 Kg per la xBot 320) assicura il supporto ottimale per la meccanica, e la rigidità e resistenza alla torsione necessaria per garantire sempre posizionamenti ad alta precisione.

X, Y…. e l’asse Z?

asseZ

Quando si vogliono utilizzare spessori di layer molto sottili per ottenere parti senza scalettature, il design del piano di stampa è cruciale. Nelle xBot la progettazione di questo componente è stata particolarmente curata, per garantire la massima solidità e rigidità, pur contenendo i pesi. Il sistema utilizza infatti un doppio supporto in allumino, scorrevole su guide lineari attraverso flange a ricircolo di sfere. 6 millimetri di alluminio assicurano al nuovo piano di lavoro la necessaria rigidità, e un conveniente sistema di livellamento a tre manopole garantisce una facile calibrazione.

Estrusore Bowden ad alta precisione

estrusore

Il cuore di una stampante 3D, lo sappiamo, è l’estrusore. Siamo partiti da zero. L’obiettivo: ridurre la sezione di filamento non guidato al minimo. Il progetto finale ha raggiunto appena 3,5 mm di filamento non guidato. Un addizionale benefici di questo approccio è la capacità del meccanismo di eseguire il caricamento automatico. Cambio filamenti veloce, senza preoccupazioni! Ma non finisce qui. Un hotend preciso richiede un’alimentazione potente. Per questo abbiamo usato un motore Nema 17 con un motoriduttore 1:5. L’ingranaggio planetario offre una coppia molto elevata e l’estrema precisione di circa 2μm al pignone. Per trasferire tutta la coppia la nuova serie xBot usa un pignone in ottone con una godronatura particolarmente affilata.

Caratteristiche tecniche

 xBot 155                    xBot 320
Volume di lavoro (X,Y,Z)             155,155,155 mm          320,250,250 mm
Volume esterno                          349,418,346 mm          504,523,506 mm
Diametro filamento                           2,85-3 mm                    2,85-3 mm
Piano riscaldato                                     Si                                 Si
Diametro ugello                                 0,35 mm                     0,35 mm
Risoluzione layer (testata)                 0,08 mm                     0,08 mm
Tecnologia                                            FFF                             FFF
Doppio estrusore                            Opzionale, futura implementazione
Controller LCD, scheda SD            Opzionale                           Si
Velocità                                    Fino a 200 mm/sec      Fino a 200 mm/sec
Telaio                                                    Alluminio anodizzato, nero
Software                                     Cura, Slic3r, Skeinforge, Kisslicer, Simplify3D

Prezzi e disponibilità

Il prezzo previsto per la xBot 155 è di 749€ + IVA, mentre il prezzo per la xBot 320 è di 2.499€ + IVA.

 

Zortrax M200: replica dei robot Kuka

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In questo breve video, “Dancing robots”, un’interessante esempio di realizzazione di due repliche dei robot Kuka interamente realizzate con le Zortrax M200.

I robot sono costituiti da diciotto elementi indipendenti assemblati. Restate in contatto, i file per stamparli verranno pubblicati a breve!

 

ShareMind presenta la Zortrax M200 e gli scanner Artec alla Starter 3D di Pescara

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Nel prossimo fine settimana (28-29-30 Novembre) ShareMind sarà presente alla manifestazione Starter3D, il primo grande evento dedicato al mondo 3D in Abruzzo. L’incontro, che avrà luogo a Pescara, presso la prestigiosa sede della ex Aurum, sarà ricco di contenuti: 40 workshop, artigianato digitale, stampanti e scanner 3D, makers, campus universitario.

starter3D

 

Aurum Pescara

 

In questa grande occasione per mettere a contatto imprenditori, aziende, studenti, artigiani, ShareMind sarà presente insieme a 2be3D, partner strategico per i servizi di stampa professionale, con una serie di prodotti e soluzioni:

  • Zortrax M200 –  La stampante 3D classificata come migliore sistema FDM del momento da 3D Hubs,
  • CraftBot e Craftware – Il nuovo sistema integrato di stampa 3D di medio formato.
  • xBot – Le nuove stampanti plug&print low cost di ShareMind.
  • EVA e Spider – Gli scanner Hand Held professionali di Artec.
  • Stampe e modelli professionali realizzati in full color con la Project 660.

Artec Shapify Booth, il più avanzato sistema per body scanning

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Artec annuncia il primo sistema completamente automatizzato per ottenere scansioni ad alta risoluzione di corpi umani in pochi secondi, e scansioni 3D in pochi minuti. Il sistema, oltre all’acquisizione dei dati, provvede infatti in modo totalmente non presidiato a tutte le operazioni di postprocessing necessarie ad ottenere il modello finale ed inviarlo al service di stampa.

Zortrax M200 decretata come la migliore stampante FDM sul mercato dalla comunità 3D Hubs

Pietro Meloni Hardware, Stampa 3D, Zortrax 0 Comments

 

Dopo una rapida ascesa, seguita all’incremento della diffusione da Settembre ad oggi, Zortrax M200 sale sul podio della classifica 3D Hubs, e conquista il primo posto assoluto tra le stampanti con tecnologia a filamento.

Stilata da oltre 9000 hub di stampa 3D in 160 paesi diversi, la classifica riflette non soltanto gli aspetti qualitativi, il costo di esercizio e la semplicità d’uso ma – cosa estremamente importante per chi stampa conto terzi e deve consegnare entro una certa scadenza – l’affidabilità degli strumenti utilizzati.

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Questo mese ci sono state diverse variazioni nelle prime posizioni. Form 1+ e Form 1 restano saldamente al primo posto. Zortrax M200 prosegue la scalata e guadagna la terza posizione, ed è la prima stampante FDM. Witbox, al quarto posto, risulta la macchina di grande formato preferita. L’ultima del gruppo delle prime 5 è Stratasys, che con la uPrint cerca di colmare il gap tra le MakerBot e le stampanti professionali. Tre delle stampanti frequentemente ai primi posti nei mesi scorsi, le Ultimaker e le Makerbot Replicator, restano comunque nelle prime 20 ma arretrano sensibilmente. ShareBot NG è ultima in classifica.

Fonte: 3D Hubs

 

Polyes Q1, la prima penna 3D a resina

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La ricerca attorno alla stampanti 3D non si ferma. E’ la volta di una curiosa penna 3D – tutt’ora un prototipo ma già mostrato all’opera in un Expo a Shenzen –  che utilizza una resina fotosensibile anziché il tradizionale filamento.

A causa della diversa tecnologia sulla quale è basata, la penna impiega una quantità di energia modesta per funzionare, ed è alimentata da una batteria ricaricabile che dura dai 40 ai 60 minuti. Essendo completamente senza filo, offre una grande libertà di movimento. Secondo i progettisti, la resina è totalmente sicura da utilizzare, può essere toccata ed è quindi adatta ad essere impiegata anche da bambini. La mancanza di un hot end ad alte temperature evita il rischio di scottature.

I dubbi tuttavia non sono pochi. La luce utilizzata è di tipo laser, e nonostante un sensore che garantisce una protezione per gli occhi, l’idea che un bambino armeggi con un laser in mano che eroga una resina non convince del tutto. La possibilità di utilizzare la penna come strumento per scolpire forme libere inoltre, almeno stando al video dimostrativo, presumibilmente realizzato da un esperto, non sembra proprio del tutto a portata. Da provare, comunque, almeno per l’originalità del progetto.

Ninfa si prepara al bagno

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Solo un rapido flash sull’ultima stampa 3D effettuata, appena rimossi i supporti.

Il modello è una scansione 3D di una statua in marmo di fine 800′ di John Gibson, esposta alla Usher Gallery, Lincoln.

ninfa

  • Stampante: Zortrax M200
  • Dimensioni modello: 140x60x60mm
  • Spessore layer: 90 micron
  • Materiale: Z-ABS Warm Gray
  • Infill: Medium
  • Supporti: 20°
  • Tempo di stampa: 12 h circa
  • Tempo di rimozione supporti: 5 minuti circa
  • Finitura: nessuna

In basso, il modello originale.

modello originale

Stampe 3D con Zortrax M200

Pietro Meloni Stampa 3D, Zortrax 0 Comments

 

Alcuni nuovi video ed immagini di modelli stampati da utenti della Zortrax M200.

Testata di un motore 8 cilindri, stampata da bbrkyle74.

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Mucca sull’albero, stampata da Monart.

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Michelangelo. Stampa di Evilmaul.

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Remaking hand. Stampata da Azzoni.

Gatto nudo

Gatto nudo, stampato da Evilmaul.

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Modello architetturale. Stampato da Anthilia.

Squalo

Squalo, stampato da Andreas Walther.

Fermacarte, stampato da umansanjp.

Aereo

Aereo, stampato da Thruster.

Stampe 3D di dettagli minimi con la Zortrax M200

Pietro Meloni Hardware, Stampa 3D, Zortrax 1 Comment

 

Oggi volevo proprio capire dove si può arrivare in termini di dettagli minimi…

Ed ho stampato un ragno. Misura circa 36 mm, le sezioni minime sono da circa 0,6 mm. E’ stato realizzato con layer da 90 micron in Z-ABS, con supporti a 10°.

Ragno

 

La rimozione dei supporti è stata facilissima.Tempo di stampa 54 minuti. Penso che questo test sia piuttosto impossibile per altre stampanti a filamento. Nei prossimi giorni, pubblicherò un video in time lapse della stampa. Eccezionale Zortrax!

 

 

Lampada LED RGB stampata con 3D Hubs

Pietro Meloni Hardware, Nuove tecnologie, Stampa 3D, Zortrax 0 Comments

 

3D Hubs è un portale che mette in comunicazione chi possiede una stampante 3D, ed è disponibile a stampare per terzi, con chi desidera stampare un progetto, ma non possiede ancora una stampante 3D.
Riporto in questo articolo, pubblicato dall’autore in Inglese sul sito Instructables, l’esperienza di un utente che ha realizzato un’interessante lampada, che impiega LED RGB ed è quindi in grado di illuminare con diversi colori programmabili.

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This project, my first one documented here at Instructables, will allow to create a fancy programmable Multicolor LED Lamp, using a 3D printed case, some plexiglass bars, a microcontroller based circuit and a ring of leds.

I came up with the idea to create this lamp after having bought a few components from Adafruit last time I visited US. I always buy something there and when I’m back home, in Italy, I have to figure out how to put together what I bought into something meaningful.

I have always been very attracted by the RGB leds and wanted to use them in one of my projects. I also wanted to experiment a bit with 3D printing, therefore I decided to build a lamp from scratch using some of the electronics I bought and the RGB leds, putting everything in a case specifically printed for the purpose.

I wanted to give the lamp a nice and essential look, but I also wanted to leverage the effects that I would have been able to create with the RGB leds. Therefore I decided that I would have used some plexiglass bars to diffuse the light from the leds. I think the final effect is quite nice, but it’s not to me to judge, so let me know what do you think.

Here is what will be needed to replicate my project:

  • The 3D printed case of the lamp mad of three parts (see next step)
  • 24 plexiglass sticks (6 mm diameter, 20 cm lenght – I bought them atPlexishop.it)
  • One Adafruit Gemma
  • One Neopixel 24 Ring
  • One 10kΩ Resistor
  • One 330Ω Resistor
  • One Electrolytic Capacitor capacitance 1000 uF
  • One 13mm Square Pushbutton default state Normally Open; switching circuit SPST
  • A couple of small screws
  • One nut and its bolt (diam 3 mm, long 25 mm)
  • 4 small plastic feet

In the steps that will follow, I’ll go over the 3D model and how I managed to have it printed, the electronic circuit that drives the lamp, the Arduino code to drive it and how to put everything together.

Step 1: The 3D model and how to print it

Blender Model

As I said before, I was interested to start playing with 3D printing, but I did not want to spend the money to buy a printer just to make a few models. It came to rescue 3D Hubs. In there you can find someone close to you that has a 3D printer and will be glad to print your model for a reasonable price.

Right, you need a 3D model to begin with, so I created one using Blender. That program is phenomenal to be completely free software. At the bottom of this step you can find the Blender 3D model that I came up with (NP_final.blend). As you can see, it is composed by three parts:

  • the top part houses the Neopixel ring and couples it with the plexiglass bars
  • the middle part houses the wiring of the electronic circuit and the square button
  • the bottom part houses the Gemma microcontroller and closes the lamp

To be able to print this model with a 3D printer, you need a STL (STereo Lithography interface format) file for each part of the lamp. You can export in this format using Blender. The ones I used are at the bottom of this step (NP Models.zip)

As I said at the beginning, I leveraged 3D Hubs to print my model. The first hub I used did a very bad job. The printing was really awfully made. The dimensions were not respected and some of the holes were not even more there. They tried to print it again for me after I complained, but the result was not any better. So my suggestion is for you to be very careful when choosing a hub, because some may have really little experience with 3D printing. Make sure they understand the three pieces needs to be printed precisely so that they can then be assembled.

My second attempt to print the model was successful. Mr. Meloni at ShareMinddid a great job. He improved the smoothness of the surfaces (generating a minor glitch I’ve not noticed till I assembled the lamp) and printed the model with his Zortrax with great precision. In case you are in Rome, I strongly suggest you to go to him for a work well done.

Step 2: The electronic circuit

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Now that the case is done, it’s time to come up with an electronic circuit that will drive the LEDs. As you can see, the one I came up with is pretty straightforward. The center of it is the Arduino compatible Adafruit Gemma. I used only two digital lines of the three it has. One drives the Neopixel ring, the other is connected to the button. I wanted a button in the project so that I could have switched from one lighting scheme to another one. In fact, as you will see later on, when pressing the button, the lamp will move to the next color carousel. I’m sure you can find other ways to use the button, in case you decide to change the program that runs on Gemma.

In the circuit I also added a resistor in series to the line that drives the ring and a electrolytic capacitor between the power lines, as indicated by Adafruit not to burn the LEDs. You will notice from the pictures that I used a 35V 1000uF capacitor. The voltage of it is way to high, but that’s what I had in my storage and I was too lazy to get a smaller one.

In one of the pictures it can be seen how I assembled the circuit. I decided to use pins to connect the different parts so that the whole thing can be assembled and disassembled at will. In the last picture, you can see where to solder the pins on the Neopixel ring. Be careful to use those connections and not the others available on the ring, because otherwise the pins will not align with the case.

Step 3: The software

Before assembling the lamp, you may want to test that everything is actually working. To do so you can use the software that I created to drive the lamp. It is a mix of what you can get from the Adafuit site for testing the Neopixel ring, with a few modifications to add more lighting schemes and the button functionality. The button allows to move from one lighting scheme to the next, restarting from the first one after the last one.

The lighting schemes that are part of the program attached to this step are the following:

  • rainbow: uses a changing portion of the colors of the rainbow to light the plexiglass bars
  • rainbowCycle: uses all the colors of the rainbow to rotate the lights of the plexiglass bars
  • theaterChaseRainbow:uses a changing color of the rainbow to alternatively light the even and odd plexiglass bars
  • movingColor:uses a changing color of the rainbow to light one after another plexiglass bar to create a rotational effect
  • bouncingColor: lights up two symmetrically positioned plexiglass bars using a changing color of the rainbow
  • fadingColor: uses a changing color of the rainbow to slowly light up and then dim all the plexiglass bars
  • psycho: uses a quickly changing color of the rainbow to light all the plexiglass bars
  • white: lights up all the plexiglass bars with white light
  • black: turns off all the plexiglass bars

To understand how to put the program in the Gemma microcontroller, I suggest you read the Gemma introductory Adafruit article. Keep in mind that, even when the case will be closed, the USB connector will remain accessible both to power the lamp and to reprogram the Gemma microcontroller. Therefore, if you get bored about the lighting schemes you have, you can change them at will.

Once you have loaded the program, connected the Neopixel ring and made sure everything is working, it’s time to assemble the lamp.

Step 4: Building the lamp

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The first step will be to insert the plexiglass bars in the upper case. You should use one of those hammers with a soft gummy head, not to ruin the bars.

When you have finished to insert all the bars, put the Neopixel ring on the middle part of the lamp, being careful to make the pin align and enter into the holes.

Then assemble the top and middle part of the lamp. Make sure the two parts couple well together. There are two small pins in the top part that needs to go in the corresponding small holes of the middle part, so that the two don’t rotate. Block the two parts using the nut and bolt.

Put the Gemma in its housing at the bottom part of the lamp and then connect the wires to the Neopixel ring pins.

Close the bottom of the lamo with the two small screws and add 4 plastic feet.

The lamp is ready to be tested. Either connect it to a computer (but in that case it will take a few seconds to start its carousel) or to a USB charger.

Step 5: Enjoy and impress your friends

The last most important step is for you to enjoy the lamp, like I do. I added here a short video for you to see the final effect in case you want to see what it is before building one.

Complimenti all’autore per questo bel progetto.