Raise3D – Il martello di Thor & lo scudo di Captain America

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Molto frequentemente utilizzata per la produzione di modelli di scenografie, prototipi per fiction, Cosplay e design di oggettistica fantasy, la grande N2 Plus combina l’affidabilità necessaria per la realizzazione di grandi oggetti, con la capacità di stampare intricati dettagli di grande qualità.

In questo interessante articolo, un “case history” di un modellista statunitense, Robpauza, titolare del “Rob’ Model Shop”.  In particolare, la fase di postproduzione e verniciatura è molto curata, e credo possa essere di ispirazione a chi si cimenta in realizzazioni simili.

Il commento integrale dell’autore è riportato in basso.

“Ciao ragazzi,

Stavo giusto pensando che dovrei condividere le mie due ultime realizzazioni, stampate con la mia Raise3D. Entrambi gli oggetti sono stati al 100% modellati, stampati e verniciati da me. Le targhe sono state incise e tagliate con un laser. La mia N2 mi piace moltissimo! 
Nell’articolo, ho incluso diverse immagini e due video, che documentano l’intero processo. Spero che questo materiale vi piaccia.

(Ho utilizzato PLA Hatchbox per il martello di Thor, e PLA eSun per lo scudo)”

Progetto del martello

Il progetto CAD del martello di Thor

La stampa

Il modello in fase di stampa

Martello finito

Il martello finito

Dettagli targa

Dettagli della targa

Dettagli del manico

Dettagli del manico

Dettagli del martello

Dettagli del martello

Modello scudo

Il modello dello scudo

Retro del modello

Retro del modello

Stampa dello scudo

La fase di stampa

 

Scudo stampato

Lo scudo stampato

Scudo anteriore

Lo scudo finito (anteriore)

Scudo posteriore

Scudo finito (posteriore)

Raise3D N2 Plus. Eccellente qualità anche nei piccoli oggetti.

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Generalmente, le stampanti di grande formato quando si tratta di piccoli, dettagliati oggetti debbono cedere il passo alle sorelle minori, accreditate di maggiore precisione. Questo anche in quanto piani più piccoli sono più facili da calibrare e presentano una migliore planarità, guide più corte flettono e vibrano meno, eccetera.
In realtà, l’equazione “piccola stampante stampa meglio” è vera se la meccanica della “piccola” ha tolleranze inferiori, e il telaio (di minori dimensioni) risulta più rigido. Nel caso delle RaiseN2, veri e propri carri armati, non si apprezzano reali differenze rispetto anche a macchine che potrebbero essere contenute agevolmente al loro interno. Il piano di stampa, precalibrato in fabbrica e particolarmente rigido grazie ai 6 supporti sui quali è montato (4 guide e 2 viti a ricircolo), non richiede regolazioni di sorta. Anche la presenza del doppio estrusore, che ovviamente aumenta le masse mobili e l’inerzia del gruppo di stampa, sembra non influire in modo particolarmente negativo sul risultato finale.
In questa non facilissima stampa di esempio, lunga circa 14 cm., si può notare un elevato grado di dettaglio e una qualità che può fare invidia a blasonate stampanti Prosumer di dimensioni notevolmente inferiori.

Geco

Il modello (Hollow Draudi, reperibile su Thingiverse) e disegnato da BNC3D, è un simpatico geco (drago?) stilizzato. E’ stato stampato senza supporti in ABS Industrial Gray, con ugello 0,4 e layer 0,08 sul nuovo buildplate in carbonio FlatForce, prodotto da Northype.
La prossima prova sarà un oggetto ancora molto più piccolo e dettagliato, stampato con ugello 0,2. Questo diametro, utilizzabile per ottenere il massimo grado di qualità nei piccoli dettagli, è disponibile insieme ai calibri 0,4 – 0,6 e 0,8 per le Raise3D nella versione HT antiusura.

La N2 Plus ha un volume utile di oltre 57 litri (305 x 305 x 610 mm), e può essere dotata di singolo o doppio estrusore. Condivide con la sorella più piccola N2 (305x305x305) una identica meccanica, telaio ed elettronica.

Raise3D N2 Plus: a cavallo

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Stanotttesta cavallo Raise3De è terminata la stampa di 32 ore inviata il giorno precedente, della quale avevo pubblicato un video live.

E’ stata l’occasione per provare le nuove superfici di stampa LocBuild. Sono molto soddisfatto del test. In particolare, il modello in oggetto prevedeva dei supporti particolarmente stretti e alti, a rischio caduta. Fortunatamente, hanno retto benissimo. Altra insidia, la forma del raft molto allungata e appuntita, un vero e proprio invito per il warping. Anche da questo punto di vista, la nuova superficie si è comportata egregiamente, senza il minimo accenno di distacco. Il modello stampato (PLA, layer 0.20) è una bella testa di cavallo, acquisita da una statua esistente con uno scanner professionale Artec EVA.
Il prototipo stampato verrà sperimentalmente trattato con gelcoat Duraloid Coatplast, una resina epossidica tixotropica autolevigante, che conferisce una maggiore resistenza al modello, e una superiore grado di finitura superficiale.

Oltre agli scopi “personali”, per i quali era sufficiente stampare il modello in scala ridotta, questa stampa è stata utile per iniziare a progettare un lavoro più importante. Verrà realizzato con l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, che ha recentemente adottato le Raise3D N2 Plus.
La testa verrà stampata in grandezza naturale, ed utilizzata come supporto per esporre finimenti (morso e redini) di epoca Romana.

E’ un immenso piacere quando le stampanti 3D vengono utilizzate per applicazioni attinenti alla cultura.

Ashley Adams – Sculpting di personaggi con ZBrush – Ep.13

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Ashley AdamsUn completo video di quattro ore, registrato dal vivo, della giovane artista Ashley Adams, che illustra le tecniche di modellazione per la realizzazione tramite polyspheres di un personaggio alieno con ZBrush 4R7.

Character Artist & Concept Sculptor, Ashley vive in Canada, a Toronto, ed è un ottimo didatta.
Alcuni suoi lavori sono pubblicati su www.artstation.com.

Il video, che può essere seguito agevolmente anche se in Inglese, permette di esplorare alcune delle più interessanti funzionalità di ZBrush.

ShareMind è rivenditore ufficiale dei prodotti Pixologic.

Guarda cosa ho trovato stamattina nella Raise3D N2 Plus

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WoofyCon questo divertente titolo, Woofy (questo utente della comunità Raise3D del quale conosciamo solo il nickname), ha presentato il suo ultimo lavoro: un dragone fantasy stampato con la sua N2 Plus.
Ecco suoi commenti (integrali):
Avevo stampato questo stesso modello in scala ridotta quando ho ricevuto la macchina. Successivamente ho tentato di stampare il dragone alle massime dimensioni, ma la stampa è fallita. Ora che ho accumulato una maggiore esperienza nella gestione dei parametri, ho provato nuovamente.

Ed ecco il risultato, dopo 199 ore di stampa (“otto giorni, dalle 16,30 di Giovedì 12 alle 23,30 di Venerdì 20“, precisa Woofy).

Dragone

Una ulteriore testimonianza delle prestazioni delle Raise3D N2+ nelle grandi stampe, e dell’esperienza acquista dall’autore nella gestione dei parametri.

 

 

Un orologio di oltre 2 mt stampato con Raise 3D N2+

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Jason Preuss, un appassionato quanto (come scoprirete) meticoloso e paziente appassionato di stampa 3D, ha recentemente presentato al Midwest Reprap Festival un orologio davvero eccezionale. Intagliato con incredibili decorazioni, è alto ben oltre due metri, ed è stato stampato con una Raise 3D N2 Plus.

Orologio1

Uomo di poche, anzi pochissime parole, ha commentato la sua imponente costruzione in modo estremamente succinto, con pochi, ma ben significativi numeri.

  • 1418 Ore di stampa
  • 18,8 Kg. di filamento
  • 150 Pezzi, montati successivamente tra loro
  • 1 Sola stampa fallita durante tutto il lavoro

Come annunciavo, laconico all’inverosimile (e probabilmente particolarmente modesto). Ma di commenti da fare ce ne sarebbero. A cominciare dall’aspetto artistico. L’orologio è costellato di scene rupestri, animali, piante, simboli ed elementi grafici tanto intricati che ci vuole tempo per esplorarlo tutto. Posso solo immaginare la dedizione necessaria per portare a termine un labirinto così complesso. Per proseguire prendendo in esame le difficoltà tecniche. Molti elementi sono di grandi dimensioni, con tutte le implicazioni che questo comporta per la necessità di contenere le deformazioni ed evitare il distacco prematuro della parte. Distacco che – al contrario – non può nemmeno risultare così difficoltoso a stampa conclusa da compromettere la rimozione del modello dal piano. Tutto ciò significa una perfetta calibrazione dei parametri di stampa da un lato, e la possibilità di contare su una macchina che nel tempo mantenga geometria e calibrazione.
Il dato più impressionante è senza dubbio quello relativo alle ore di stampa. Un numero che avrebbe messo in crisi (o addirittura definitivamente fuori uso) molte macchine in commercio. Stiamo parlando di due mesi (giorno e notte) di stampa ininterrotta. Questo dato, insieme al fallimento di una sola stampa su 150 parti, conferma la già più volte consolidata reputazione di affidabilità delle muscolose Raise3D, progettate e costruite per cicli 24/7.
Ma oltre alla evidente eccezionalità di questo modello da un punto di vista progettuale e costruttivo, il lavoro di Jason Preuss trasporta un altrettanto importante messaggio. Osare. Crederci. La magia della prototipazione additiva, la sua capacità di materializzare l’immaginazione possono consentirci di realizzare opere ben più ambiziose dei vari – talvolta anche apprezzabili – gadget, mod di stampanti e figurine varie. Certo, se gli strumenti che utilizziamo ce lo permettono.

Diciassette incredibili oggetti stampati in 3D

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Generalmente amo pubblicare contenuti inediti. In questo caso, ho fatto un’eccezione, con un breve video che presenta diverse – e piuttosto originali – interpretazioni della stampa 3D. In particolare sui social, siamo abituati a vedere statuette, vasi, personaggi fantasy o – nella migliore delle ipotesi – parti di stampanti 3D DIY. Spero che questo video sia di ispirazione, per scuotere la creatività dei possessori di stampanti, e spingerli verso la ricerca di soggetti alternativi. Disporre di uno strumento fantastico, in grado letteralmente di materializzare l’immaginazione ed impiegarlo per produrre repliche dell’immaginazione di qualcun altro suona un po’ triste.

 

Tra i modelli stampati, una divertente lettura 3D di una litografia del grande Escher, sicuramente un campione assoluto nell’utilizzo della fantasia.

Escher

POM: un materiale a basso attrito di recente introduzione

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Un nuovo acronimo al quale dovremo abituarci: POM. Contraddistinge il polyoxymethylene, una termoplastica per impieghi ingegneristici, noto anche con i nomi commerciali di AcetalDelrin, Celcon, Ramtal, Duracon, Kepital e Hostaform.
Questo materiale si distingue per durezza, resistenza meccanica, basso coefficiente di frizione ed eccellente stabilità dimensionale.

Viene utilizzato nell’industria per la produzioni di piccoli ingranaggi, montature di occhiali, cuscinetti a sfere, parti di armi, manici di attrezzi, strumenti musicali, chiusure lampo etc.

PMO - Acetal

Una bobina di POM

In verità, il POM non è proprio una recente scoperta (tranne che come filamento per macchine FDM): le prime sintetizzazioni risalgono addirittura al 1920, e gli inizi della produzione industriale alla fine degli anni 50.

La sua utilità come materiale nella stampa 3D è evidente: permette di realizzare parti molto precise, con un bassissimo coefficiente di attrito, ma contemporaneamente dure e robuste. Ideali per assemblaggi dinamici. I modelli prodotti, ove necessario possono essere facilmente trattati con lavorazioni meccaniche (es. tornitura, filettatura etc.).

Il POM ha tuttavia anche (come tutto, del resto) un rovescio della medaglia. E’ un materiale tecnico, inadatto ai principianti, non facilissimo da stampare. Richiede macchine dotate di filtro (es. carboni attivi, Hepa etc.) o un ambiente ben ventilato, perché sottoposto ad alte temperature rilascia formaldeide. Il suo tallone di Achille sono gli alcali, che possono degradarlo. Anche l’esposizione prolungata al cloro (incluso quello presente nell’acqua potabile), a lungo ne causa il deterioramento.
Ed infine, è particolarmente refrattario all’incollaggio.

Il costo del POM è relativamente elevato (80-100€/Kg), ma proporzionato alle sue eccellenti proprietà. Chiaramente, va usato quando le sue caratteristiche e peculiarità risultano essenziali nel progetto.

La stampa, pur non essendo altrettanto semplice quanto quella di materiali come il PLA o il PETG, non richiede macchine strettamente professionali, come accade per altri filamenti tecnici quali ad esempio il PEEK.
E’ comunque necessario che l’estrusore raggiunga temperature medio-alte (240-270 gradi), e il piano riscaldato temperature nell’ordine dei 120-130 gradi.

 

Neutron Delta, il progetto DIY molto contestato, pare funzioni davvero

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Tempo fa, come qualcuno ricorderà, ho pubblicato il progetto di una stampante fai-da-te open source, la Neutron delta. Pensando di fare una cosa utile per gli appassionati delle stampanti auto costruite, ho condiviso l’articolo su Facebook. È scoppiato un putiferio. La macchina, e in particolare i gradi di libertà delle slitte sono stati contestati, richiamando concetti teorici di meccanica analitica. Tra sostenitori e denigratori si è scatenato un clima di botta e risposta particolarmente acceso. Sono stato persino apertamente accusato di promuovere questo progetto per qualche misterioso interesse commerciale al riguardo, anche se non vendo assolutamente componenti né ho suggerito alcun possibile fornitore.
Mi faceva semplicemente piacere che qualcuno provasse a costruirla. Considerando che l’architettura è molto semplice e i costi dei materiali sono banali, pensavo potesse rappresentare una piacevole ed abbordabile opportunità.
Sono quindi molto lieto di aver trovato un video che mostra la macchina costruita e funzionante, ed ho piacere di pubblicarlo.

 

Ovviamente, come avevo in più occasioni precisato anche nell’articolo originale, questa macchina non è destinata a chi aspira alla massima precisione (come del resto quasi tutti i progetti DIY), ma soprattutto a chi, già possedendo una stampante 3D, può avere il piacere di utilizzarla per costruire un interessante meccanismo funzionante, anziché stampare i soliti vasi, civette, pupazzetti e cover di cellulari.
La Neutron Delta può essere ad esempio una interessante esperienza che combina meccanica, un pizzico di elettronica, software e le prime problematiche di stampa 3D per un laboratorio didattico rivolto a ragazzi.

I componenti della Neutron

Raise3D N2 Plus al Salone del Mobile di Milano con Marco Rubini

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La stampa 3D, soprattutto quando si parla di macchine affidabili come la Raise3D N2 Plus,  è ormai matura per applicazioni professionali. Stavolta ce lo dimostra in modo eloquente l’architetto Marco Rubini, autore di una linea di elementi d’arredo sviluppata proprio con l’aiuto di una N2 Plus.
In direzione totalmente opposta a quella di svariati artisti che cercano consensi pubblicando serie sterminate di modellini 3D ultra miniaturizzati di dubbia utilità sui vari social, il designer di Città di Castello è decisamente andato sul concreto. Realizzando modelli in scala 1:1, ha fornito l’incontrovertibile prova della validità della stampa 3D come strumento ideale per materializzare l’immaginazione. Con applicazioni di reale ausilio nella progettazione e nella comunicazione.

Marco Rubini, sulla sua poltrona stampata con una Raise3D N2 Plus

Marco Rubini, sulla sua poltrona stampata con una Raise3D N2 Plus

L’incontro

Con tutta onestà, quando abbiamo parlato per la prima volta del suo progetto, ho pensato che Marco Rubini sopravvalutasse ingenuamente le potenzialità delle stampanti FDM. Mi aveva espresso l’intento di stampare “mobili” in grandezza naturale, con un qualità tale da farli sembrare veri. Parlava di poltrone, sedie, tavoli, divani. La mia prima risposta è stata “certo, tutto è possibile… stampando i modelli in parti, con molta pazienza è un obiettivo raggiungibile…“.

Non volevo scoraggiarlo. Ma in verità, non ero del tutto convinto della fattibilità dell’operazione.
D’altro lato, in molti anni di lavoro con progettisti, designer, ingegneri, medici, artigiani ed artisti, di visionari ne ho incontrati parecchi. E ho imparato a non sottovalutare l’incredibile potenza della cocciutaggine, quando si tratta di portare a termine anche le sfide più ambiziose. Così, una volta esposti più chiaramente possibile quelli che a mio avviso erano i limiti di questi sistemi, ho fornito all’architetto una Raise3D N2 Plus. Con la solenne promessa di assisterlo al meglio per aiutarlo a raggiungere i suoi intenti.

Marco Rubini non aveva alcuna esperienza precedente nell’utilizzo di stampanti 3D, né conoscenze specifiche riguardo ai filamenti utilizzabili e alle loro caratteristiche. Con incredibile impegno e determinazione, ha sperimentato i vari materiali, le diverse tecniche di accoppiamento e incollaggio delle varie parti, le soluzioni per la post lavorazione e la finitura. I risultati sono stati strabilianti.

Le realizzazioni di Marco Rubini

Il primo oggetto “impegnativo” è stato un appendiabiti molto divertente, “Fiocco”, ispirato ai bastoncini utilizzati per l’igiene personale.

Costruito in diversi pezzi, accoppiati tra loro tramite filettature, è stato successivamente leggermente carteggiato, verniciato con Duraloid AL30, un epossidico autolivellente che rimuove la scalettatura dei layer, e successivamente trattato con le vernici coloranti finali.
In basso, l’eccellente risultato raggiunto.

Fiocco appendiabiti

Visto il successo di questo primo progetto, l’architetto Rubini ha messo l’instancabile Raise3D N2 Plus “a cottimo”, realizzando le scocche di una voluminosa poltrona:

Scocca di poltrona, Architetto Marco Rubini

Scocca della poltrona in fase di verniciatura finale

Addirittura, per i primi prototipi da esporre al Salone del Mobile di Milano, mi ha confessato di aver realizzato persino il telaio in PLA Silver (nel progetto definitivo in acciaio).

I prototipi delle poltrone finiti

I prototipi delle poltrone finiti

Il ruolo chiave della Raise3D N2 Plus nella realizzazione dei progetti

Le difficoltà di realizzare oggetti così grandi sono di grado superiore. Non soltanto si presentano complesse problematiche di accoppiamento delle parti, che richiedono incastri, spinature, difficili incollaggi, maestria nelle lavorazioni di post-processing.
Il punto chiave è che sono necessarie macchine in grado di stampare, senza interruzioni e con la stessa qualità, per giorni e giorni. Con molti sistemi che si scaldano eccessivamente, deformano i modelli o peggio ancora si inceppano improvvisamente, portare a termine stampe di questo genere senza difficoltà non è affatto scontato. Per questo la N2 Plus si colloca in una fascia a parte. Quella di un mulo instancabile, che premia la caparbietà dei progettisti più determinati, ed è in grado senza esitazioni di affrontare le task più impegnative.

Certamente, prototipi così realizzati non avranno la totale funzionalità delle successive implementazioni industriali. Ma, almeno da un punto di vista estetico, soddisfano pienamente l’esigenza di mostrare e promuovere il design di Marco Rubini.

Un intero ambiente (sgabello e appendiabiti) stampato in 3D in grandezza naturale

Il provocatorio sgabello VIP

Uno sgabello per sederi v.i.p.! (descrizione testuale dell’autore)

Vip è dedicato a quegli uomini (tanti) che per vivere devono sostenere il culo di altri uomini. Vip rappresenta un uomo, bianco o nero, che cerca solo di non affogare o di sopravvivere. La struttura è esile come lo è la vita di chi non ha nulla. La seduta è in rattan e velluto di seta rosso, delicato, morbido, ricercato. V.I.P.!!  Bianco e Nero perchè gli sventurati sono sia bianchi che neri!

Si, senz’altro un ruolo importante per il successo di questi progetti è stato giocato dalla stampante. In grado di digerire senza problemi pressoché qualsiasi materiale, e di stampare ininterrottamente per settimane, la Raise3D N2 Plus ha confermato, guadagnandosi una promozione “sul campo”, le sue grandi doti di robustezza e affidabilità.

Doti per le quali anche in questo mese è stata preferita da importanti organizzazioni, quali l’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro, prestigioso ente del Ministero dei Beni Culturali, l’Istituto di Biostrutture e Bioimmagini (Consiglio Nazionale delle Ricerche) e da Elt Roma, la principale azienda Nazionale per lo sviluppo di sistemi di difesa di interesse militare.

Si ringrazia Marco Rubini, con l’invito a visitare il suo interessante sito www.marcorubini.com, ricco di interessanti idee e spunti.