Decisamente interessante questo progetto dell’italiano Davide Marin, promosso dal crowdfounding Indiegogo . Si tratta di un kit per realizzare una piccola stampante stereolitografica “pieghevole”, che sfrutta un proiettore DLP come sorgente di luce.
Specifiche tecniche:
La società MakerBot Industries è stata fondata nel Gennaio 2009, ed ha sfruttate le idee del progetto RepRap con l’obiettivo di costruire una stampante 3D alla portata di tutti. Questa stampante era in grado di produrre parti in plastica di circa 10x10x15 cm di acrilonitrile-butadiene-stirene (ABS), polietilene ad “alta densità” (HDPE) e polilattide (PLA). Costruita con pannelli di legno con una forma a scatola che ricorda i primi Macintosh, questa stampante veniva fornita in kit fai-da-te, con svariate parti prodotte utilizzando altre stampanti 3D.
Un curioso kit stretto e lungo, derivato dalla Mendel e proposto dal negozio Online Indiano MakeMendel. Costruita quasi interamente in Perspex, impiega guide lineari e un piano riscaldato per PLA. Il volume di stampa è di 75 x 25 x 20 cm.
Derivata dalla Mendel, questa stampante viene proposta dal negozio Online Indiano MakeMendel. Costruita quasi interamente in Perspex, impiega guide lineari e viene offerta in versione Kit o assemblata.
: Specifiche tecniche
• Dimensioni macchina 450 x 350 x 370 millimetri
• Volume di lavoro: 220 x 220 x 165 millimetri
• Strato Spessore: 0,1 millimetri
• Velocità: 60 mm / s
• Riposizionamento: 27 micron
• Formato di ingresso: STL
• Software: Pronterface
• OS: Windows 7 e Vista
• Alimentazione: ATX, 450W
• Peso: 12 kg
SI tratta di un kit piuttosto “casareccio” per la costruzione di una stampante stereolitografica che utilizza come sorgente di luce (una soluzione ormai relativamente comune) un proiettore DLP. Non sono disponibili informazioni relative al tipo di resina usato, né precisi riferimenti per i costi e le modalità di acquisto. Decisamente appare destinata a chi ama la sperimentazione piuttosto che a chi abbia la necessità di produrre rapidamente modelli e prototipi.
Decisamente meritoria della menzione per la stampante con il look più complicato, questa stampante, sviluppata in Germania da Jonase e Simon Kühling è costruita in legno ed alluminio, con svariate parti stampate in 3D. A dispetto delle notevoli dimensioni, l’area di stampa (20×20 cm) è relativamente contenuta.
La macchina utilizza due estrusori con ugello di diverso diametro, in modo che i dettagli più fini possano essere prodotti con risoluzione maggiore. 
Specifiche tecniche:
Prodotta da un’azienda a carattere familiare Italiana, Volta Beta è una stampante costruita con lastre in Masonite tagliate al laser. La promozione di questo modello, di derivazione RepRap è prevalentemente marketing: è stato prodotto un lotto di 60 pezzi unici, sui quali potrà essere incisa una dedica sulla fascia frontale, e sarà possibile scegliere il colore dell’ingranaggio dell’estrusore e della stampante.
In grado di lavorare con ABS e PLA; include un display TFT e un lettore di schede SD.
Il prezzo annunciato è di 1440€.
Lo sviluppatore Justin Hawkins sta lavorando ad un kit a basso costo DIY Open Hardware SLA con il nome “sLAMPS”. La prima versione beta di sLAMPS 1.0 è già un è già una stampante SLA compatta, che cura con un laser materie plastiche liquide sensibili ai raggi UV. Il volume di lavoro è destinato ad essere circa 8 x 8 x 10 cm.
Il costo del kit è modesto (circa 1295$), ma il montaggio appare complicato, e stranamente, nonostante sul sito di riferimento la stampante appaia “Out of stock”, come se il successo commerciale fosse significativo, non sembra che le unità vendute abbiano prodotto molto: su internet non sono presenti video significativi né immagini di modelli realizzati.
Derivato dalla tecnologia stereolitografica, nella quale polimeri fotosensibili allo stato liquido vengono solidificati da un raggio laser, questo kit, progettato da Junior Veloso e finanziato con buon successo da Indiegogo, si propone di rendere accessibile a basso costo un sistema “domestico” per la produzione di modelli 3D ad elevatissima risoluzione.
La stampante, che appare curata e caratterizzata da un design distintivo, utilizza a differenza del laser un proiettore DLP per ridurre i costi. Il tempo necessario per solidificare uno strato è relativamente elevato (4-8 secondi), ma il vantaggio è che viene solidificata un’intera sezione alla volta.
Il progetto è interessante, ma sembra che il modello definitivo utilizzerà esclusivamente una resina proprietaria con costi decisamente elevati (oltre 350€/litro), e che il software (anch’esso proprietario) verrà venduto con un costo a parte.
Prodotta a Chicago, questa stampante è l’ennesima reingegnerizzazione della RepRap, ma nell’insieme non sembra presentare particolari innovazioni tecniche, tranne l’interessante l’adozione di una architettura “semigantry” in cui il piano di lavoro scorre lungo l’asse Y, mentre l’estrusore si muove lungo gli assi ZX. Questo accorgimento ha reso più rigido il piano di lavoro, eliminando la necessità di tarature dell’inclinazione.
Specifiche tecniche:
Il costo parta da 1.659 € (escluse tasse e spese di spedizione) e la macchina viene spedita in circa 8 settimane.
