Be3D DeeOrange

Pietro Meloni Stampa 3D

 

La società Ceca be3D presenta la DeeOrange, un altra piccola stampante 3D Fused Filament Fabrication (FFF) destinata all’uso domestico.

Be3D

Specifiche tecniche:

  • Volume di lavoro: 13cm x 10 cm x 10 cm
  • Precisione X / Y: + / – 0.1 mm
  • Strato Z: 0,25 / 0,125 / 0,08 millimetri
  • Ugello: 0,5 millimetri
  • Peso 17 kg
  • Velocità massima di stampa: 40 – 50 mm / s
  • Dimensioni 400 millimetri x 380 millimetri Unità x 354 millimetri
  • Piano di stampa termico

Stampante 3D Afinia

Pietro Meloni Stampa 3D

 

Dall’esterno, questa stampante prodotta da Afinia Microboards Technology LLC ricorda la 3D Systems Cube e la UP!. Fornita completamente assemblata e con software Mac e PC. La meccanica è sofisticata, con guide lineari prismatiche, un sistema di calibrazione automatico della planarità del piano e di rilevazione della distanza dell’ugello. La qualità di stampa è molto valida. Peccato per i volumi di stampa piuttosto contenuti.

Afinia

Specifiche tecniche:

  • Volume di stampa: 14 x 14 x 13,5 centimetri
  • Spessore dello strato: 0,020-0,40 mm
  • Dimensioni: 24.5 x 26 x 35 cm
  • Materiale : filamento ABS
  • Software : Supporta Windows XP / Vista / 7, Mac OS 10.6 e superiori

Un incredibile collezione di cappelli realizzati con la stampa 3D

Pietro Meloni Arte, Nuove tecnologie, Stampa 3D 0 Comments

 

Chi (me compreso) non credeva che davvero si potesse produrre qualcosa di commerciale con la stampa 3D, deve cominciare a ricredersi.
.MGX, una divisione della società Belga Materialise, azienda leader nella stampa 3D, ha recentemente presentato una straordinaria collezione di cappelli e ornamenti per il capo progettata dal famoso stilista Elvis Pompilio. I cappelli, prodotti e lanciati da .MGX, possono essere acquistati tramite il webshop MGX, o – per chi vive vicino a Bruxelles -,  anche direttamente  presso il flasghip store di Elvis Pompilio in città (in questo caso, anche in versioni personalizzate).

31-12-2013 17-56-06

Il modello H.MGX Fedora, prodotto di punta della collezione ispirato ad un classico Borsalino, è acquistabile nella versione standard a 496€.
Più leggero e sofisticato di un cappello tradizionale, decisamente spicca per gli intricati arabeschi. Ma se si vuole trarre pieno vantaggio della tecnologia, vale a dire si desidera acquistare un cappello su misura (ovviamente – attraverso una scansione 3D della testa), e magari con un colore diverso, si arriva alla “modica” cifra di 1000€.

31-12-2013 17-56-46 E’ disponibile anche una versione moderna e finemente dettagliata del velo. Secondo il progettista, il velo implica mistero, e decisamente questo modello appare misterioso e accattivante. Un po’ meno accattivante il prezzo: si parte da 413€.

Non possiamo proprio permetterci un esclusivo cappello 3D di alta moda? Non ci resta che ripiegare sulla “scultura per testa” realizzata da Elvis Pompilio e Laurent Chabrier.
Riprende alcuni dei luoghi più amati della città, e costa “appena” 83€….
Beh, se passate da Bruxelles…

31-12-2013 17-57-12

 

 

Deformazione e distacco – consigli pratici

Pietro Meloni Guide, Stampa 3D 3 Comments

 

Un elemento fondamentale per ottenere una buona stampa 3D è la preparazione del piano di stampa. L’incubo della deformazione e del distacco del modello affligge spesso i neofiti durante le prime stampe di prova. Nel seguente articolo sono raccolti una serie di consigli pratici per evitare questi inconvenienti.

Il materiale viene depositato a temperatura di fusione, su materiale che ha invece già riacquisito lo stato solido. Il raffreddamento degli strati superiori determina tensioni interne al modello che tendono ad incurvare – deformandoli – gli strati inferiori. Nei casi meno gravi questo determina l’ottenimento di un modello distorto, con forma e dimensioni che differiscono dalle aspettative. Nel caso peggiore (relativamente frequente), il modello si distacca letteralmente dal piano di stampa, e gli strati successivi vengono deposti sfalsati rispetto a quelli inferiori. A questo punto non resta che spegnere la stampante e ricominciare da capo. Questo problema può e deve essere risolto utilizzando materiali e tecniche che garantiscano una buona adesione del modello al piano di stampa, ma che nello stesso tempo consentano a fine lavoro di staccare l’oggetto senza romperlo (e senza danneggiare il piano di stampa stesso).

I materiali e le tecniche utilizzabili differiscono a seconda delle caratteristiche della stampante e del tipo di filamento utilizzato.

In primo luogo, la disponibilità di un piano riscaldato è di grande importanza: ridurre la differenza di temperatura tra il materiale in corso di deposizione e quello già deposto consente di limitare la ritrazione, e quindi diminuire le tensioni interne, che sono la causa della deformazione. Il piano riscaldato è praticamente indispensabile utilizzando filamenti in ABS, con i quali dovrebbe essere mantenuto a temperature comprese tra 80 e 110°,  e comunque utile anche per il PLA (45-55° sono sufficienti).

Come secondo accorgimento, è possibile rivestire il piano con nastri adesivi. Anche in questo caso, il tipo di nastro da impiegare dipende dal filamento utilizzato. Per quanto riguarda il PLA, che può essere stampato anche senza piano riscaldato, è possibile impiegare del comune nastro in carta da carrozzeria. Questo nastro, facilmente reperibile e poco costoso, non resiste tuttavia alle temperature del piano utilizzate con l’ABS, e tende ad arricciarsi e distaccarsi. In questo caso è necessario impiegare nastri specifici: il Kapton (un nastro in poliammide brevettato da DuPont che resiste a temperature estreme), o il nastro blu 3M per verniciatura. Entrambi questi prodotti sono comunque più costosi e di più difficile reperimento. In generale poi i nastri sono anche relativamente difficili da applicare in modo uniforme sul piano. Il Kapton inoltre spesso crea delle bolle d’aria durante l’applicazione, che possono rendere la superficie di appoggio non uniforme. Nell’insieme, anche l’uso dei nastri non rappresenta la soluzione ideale.

Il terzo e più efficace (secondo la mia esperienza) accorgimento è l’impiego di materiali adesivi spalmati direttamente sul piano di stampa. O meglio, non proprio direttamente sul piano di stampa (per non rovinarlo), ma su una lastra di vetro fissata al piano di stampa con delle mollette elastiche. L’utilizzo di un piano in vetro intermedio presenta molti vantaggi. In primo luogo, il vetro è per definizione perfettamente piatto (mentre molti piani riscaldati presentano una certa curvatura). In secondo luogo, dopo la stampa risulta più facile rimuovere i residui di adesivo (ad esempio, lavandolo). Infine, disponendo di più lastre di vetro, è possibile prepararle (lavandole o applicando nuovo adesivo) anche mentre la stampante sta lavorando. Nell’insieme, consiglio comunque di utilizzare una lastra di vetro: i suoi vantaggi sono in ogni caso apprezzabili. Quanto agli adesivi da applicare sulla lastra, ce ne sono diversi. Il vinavil, facilmente reperibile e di basso costo, la lacca per capelli spray, altrettanto facilmente reperibile, e con il vantaggio di risultare disponibile in diverse gradazioni di fissaggio (leggera, forte, extraforte etc.), o – nei casi più disperati, una soluzione di acetone nel quale sia stato disciolto dell’ABS.

Per individuare la tecnica di fissaggio più adatta alle proprie esigenze non c’è che da sperimentare: la sperimentazione del resto è un elemento più o meno sempre presente nella stampa 3D (per certi versi, l’aspetto più interessante). Tuttavia, per ridurre il numero dei tentativi, è possibile consultare il successivo elenco delle varie tecniche, nel quale si tenta di evidenziare caratteristiche, vantaggi e svantaggi.

Nastro in carta per carrozzeria

Nastro in carta

Nastro in carta

 

  • Filamento: SOLO PLA
  • Reperibilità: facile
  • Costo: modesto
  • Difficoltà di applicazione: media (non è facile applicare strisce perfettamente parallele e non sovrapposte)
  • Adesione del modello: media
  • Difficoltà di distacco della parte dopo la stampa: bassa

Nastro per verniciatura blu 3M

Nastro blu 3M

Nastro blu 3M

  • Filamento: PLA, ABS
  • Reperibilità: difficile (catalogo RS, negozi specializzati)
  • Costo: medio
  • Difficoltà di applicazione: media (non è facile applicare strisce perfettamente parallele e non sovrapposte)
  • Adesione del modello: buona
  • Difficoltà di distacco della parte dopo la stampa: bassa

Nastro in Kapton

Nastro in Kapton

Nastro in Kapton

  • Filamento: soprattutto PLA
  • Reperibilità: difficile (internet)
  • Costo: elevato
  • Difficoltà di applicazione: elevata (tende a creare bolle d’aria)
  • Adesione del modello: discreta
  • Difficoltà di distacco della parte dopo la stampa: bassa

Lastra in vetro

Lastra in vetro

  • Filamento: tutti
  • Reperibilità: facile (basta farle tagliare da un vetraio)
  • Costo: basso
  • Difficoltà di applicazione: bassa (basta fissarla con quattro molle per carta)
  • Adesione del modello: da buona a ottima, a seconda dell’adesivo
  • Difficoltà di distacco della parte dopo la stampa: dipende dal tipo di adesivo utilizzato
  • Ulteriori vantaggi: migliora la planarità del piano di stampa, è possibile dotarsi di più piani pronti all’uso
  • Svantaggi: minimi (può ridurre la temperatura di riscaldamento del piano, che può essere raggiunta in un tempo maggiore)

Lastra in Garolite (resina fenolica)

  • Filamento: Nylon
  • Reperibilità: difficile (internet)
  • Costo: medio
  • Difficoltà di applicazione: bassa (basta fissarla con quattro molle per carta)
  • Adesione del modello: buona (senza adesivo
  • Difficoltà di distacco della parte dopo la stampa: bassa
  • Raccomandata nell’estrusione di filamento in Nylon

Vinavil (presuppone lastra in vetro)

  • Filamento: tutti
  • Reperibilità: facile
  • Costo: basso
  • Difficoltà di applicazione: bassa (basta usare una spatola)
  • Adesione del modello: notevole
  • Difficoltà di distacco della parte dopo la stampa: medio-elevata
  • Durata: 3-4 stampe, dopo è necessario riapplicarlo
  • Pulizia del piano: media. La lastra in vetro va lavata con una spazzola ed acqua calda sino alla completa rimozione dei residui di colla

Lacca per capelli (presuppone lastra in vetro)

  • Filamento: ABS
  • Reperibilità: facile
  • Costo: basso
  • Difficoltà di applicazione: bassa (Attenzione! Spruzzare la lastra in vetro prima di montarla sul piano di stampa, per evitare che lo spray finisca sulle guide, nelle viti o nei cuscinetti!)
  • Adesione del modello: notevole
  • Difficoltà di distacco della parte dopo la stampa: medio-elevata
  • Durata: conviene riapplicarla ad ogni stampa
  • Pulizia del piano: facile. La lastra in vetro va lavata con acqua calda. La lacca è generalmente idrosolubile.

Acetone con ABS disciolto (presuppone lastra in vetro)

  • Filamento: tutti
  • Reperibilità: facile
  • Costo: basso
  • Difficoltà di applicazione: bassa (è possibile usare un pennello)
  • Adesione del modello: notevole
  • Difficoltà di distacco della parte dopo la stampa: elevata
  • Durata: conviene riapplicarla ad ogni stampa
  • Pulizia del piano: relativamente facile. La lastra in vetro va lavata con acetone puro.
  • Svantaggi: può liberare vapori nocivi, può parzialmente sciogliere i primi strati del modello

Ulteriori accorgimenti possibili per migliorare la tenuta del modello sul piano di stampa

Oltre all’impiego di vari tipi di nastri o adesivi, è importante considerare che più la base di appoggio del modello è piccola, più il rischio di deformazione e distacco è elevato. Molti programmi consentono comunque di estendere la dimensione del primo strato, o di predisporre una base di appoggio (raft) di dimensioni più grandi rispetto al modello, che viene deposta in modo che sia successivamente facilmente distaccabile dal modello stesso. All’occorrenza, è possibile impiegare anche queste tecniche.

A_raft

Nuova stampante 3D Hamlet 3DX100

Pietro Meloni Stampa 3D 0 Comments

 

 

Hamlet 3D

La stampante Hamlet 3DX100 è una soluzione che non richiede alcuna specifica competenza tecnica ed è in grado di realizzare prototipi funzionanti e oggetti finiti con dimensioni fino a 225 x 145 x 150 mm, partendo da un semplice filo in plastica. Questa periferica si avvale della deposizione a caldo mediante estrusione di un filamento di materiale termoplastico su una base riscaldata. Successivi strati da 0,2 millimetri vanno progressivamente a comporre gli oggetti in tempo reale e a costo irrisorio.

Per veder realizzate le proprie idee o dar vita a uno dei progetti presenti su Internet occorre collegare la stampante al PC via Usb e avviare il processo di creazione del file di stampa, scegliendo i parametri desiderati, tra cui la scala di stampa, la posizione ed eventuale riempimento interno dell’oggetto. La Hamlet 3DX100 è dotata di un lettore per SD Card, che le consente di operare in modalità stand alone, senza bisogno di connessione al computer.

La stampante 3D Hamlet 3DX100 è dotata di una serie di accessori a corredo per la rifinitura degli oggetti e una bobina da 1 Kg di Abs con un prezzo al pubblico a partire da 1.499,00 Euro Iva compresa. Completano l’offerta una colorata gamma di bobine di Abs e Pla per dare diversi colori alle forme.

Caratteristiche Tecniche

Tecnologia di stampa con sistema di deposizione additiva di materiale termoplastico
Materiale di stampa supportati ABS/PLA
File supportati GCODE-STL
Livello di precisione ±0.2 mm/100 mm
Risoluzione di stampa 0.15~0.4 mm
Diametro dell’ugello di stampa 0.4 mm
Velocità di stampa 10~120 mm/s, ±24 cc/h
Dimensioni massime di stampa 225 x 145 x 150 mm
Temperatura di lavoro estrusore 180-260 °C, Piano: 60-110 °C
Stampa da pc tramite porta Usb
Schermo LCD e tastiera total control
Stampa stand alone tramite SD CARD
Dimensioni stampante 510 × 460 × 410 mm
Alimentazione 220V 250W

Stampa 3D – aspettative e realtà

Pietro Meloni Stampa 3D 0 Comments

 

Se ne parla ovunque come la rivoluzione industriale del XXI secolo.

Lo è davvero? Potremo produrre cucchiaio, coltello e forchetta di ABS e mangiarci? Si. Con un certo numero di prove, qualche ora di lavoro per progettare, qualche ora di stampa e qualche ora di finitura, ci possiamo arrivare. Forse si romperà qualche dente della forchetta, il coltello non sarà il massimo, il cucchiaio potrebbe “perdere” per qualche piccolo foro, ma iniziando nel primo pomeriggio forse la sera avremo il nostro bel set di posate sul tavolo. Decisamente una grande soddisfazione, se non fosse per il fatto che un set di posate di plastica costa forse 5 o 6 centesimi.

E allora, le bocciamo queste stampanti 3D che sembrano il futuro? Ma no, certo che no.

Innanzitutto sono giocattoli straordinariamente interessanti. Ci permettono di materializzare cose che nascono dalla nostra fantasia, e questo non è poco. Le possiamo usare per costruire oggetti che non esistono e non si possono comprare. Per realizzare un pezzo rotto del nostro vecchio caro proiettore di diapositive che non si trova più.
Ci permettono di percorrere – insomma – terreni inesplorati. E questo è moltissimo.
Basta non scomodare l’industria, che è tutt’altra cosa. E accettare il fatto che la finitura è approssimativa, che qualche volta i pezzi si staccano a metà lavoro, e in generale che non tutte le ciambelle riescono con il buco.

Nel frattempo, la rapidissima evoluzione di questi strumenti va avanti. Vengono realizzati modelli più precisi e veloci. Che possono produrre oggetti in diversi materiali (materie plastiche, ceramica, metalli, elastomeri, sostanze alimentari…). Vengono individuati nuovi campi di applicazione. Industria a parte, che al momento può impiegare questi strumenti per una sana prototipazione, lo scenario di impiego delle stampanti 3D si allarga e ci coinvolge. Forse è ora di iniziare a giocarci un po’.
In questo video, una serie di prospettive e applicazioni interessanti che possono stimolare la fantasia.

Una scansione 3D impossibile: un orologio da polso

Pietro Meloni Artec, Scansione 3D 0 Comments

 

Alle prese con il fantastico Artec Spider, mi sto cimentando in questi giorni nelle più disparate situazioni di scansione, per individuare i limiti di questo scanner. E dal momento che un limite sicuro, comune a tutti gli scanner ottici, è la difficoltà di acquisire oggetti riflettenti, trasparenti, e con colori molto scuri, ho voluto mettere alla prova il “ragno”, con un oggetto “impossibile”.

Un orologio da polso (il mio…).

C’è tutto quello che non va: particolari metallici riflettenti, vetro, cinturino nero, piccole dimensioni, dettagli.
Naturalmente volevo effettuare una scansione con texture… altrimenti sarebbe quasi facile.
Il punto di partenza è chiaro: le superfici “ostiche” (trasparenti, riflettenti etc.) vanno opacizzate. Ci sono in commercio diversi spray (generalmente piuttosto costosi) per far questo, ma ovviamente “verniciando” il modello con queste polveri bianche a base di talco, le texture spariscono.
L’unica è “rimettercele” dopo la scansione.
Per l’esperimento, ho appeso con dei fili l’orologio ad un cavalletto fotografico. L’ho fotografato da diverse angolazioni, con una fotocamera digitale.

DSCF6145
Dopo aver scattato abbastanza foto (6), ho spruzzato l’orologio con uno spray abbastanza coprente e facilmente rimovibile (un economico sciampo secco…).

DSCF6148A questo punto l’orologio è stato acquisito. Essendo il cinturino molto stretto lateralmente e difficile da registrare nel suo “fronte-retro”, ho effettuato parecchie scansioni: circa 30, delle quali successivamente impiegate una ventina. Le scansioni sono state allineate, fuse e registrate con l’ottimo Artec Studio.
Il modello è stato quindi trasferito in formato OBJ a ZBrush, nel quale utilizzando la preziosa funzione SpotLight sono state “riapplicate” le texture, usando le immagini fotografiche scattate in precedenza.

25-09-2013 18-06-29
Il procedimento è stato effettuato velocemente, senza troppa cura dei dettagli: mi interessava poter arrivare ad un risultato anche sommario. E direi che il sistema nel suo insieme decisamente funziona. Ah, a proposito: l’orologio, lavato sotto l’acqua, è tornato come nuovo…

Scansione 3D: Agrippina

Pietro Meloni Arte, Artec, Scansione 3D 0 Comments

 

Ho appena completato un lungo test di scansione 3D con il nuovo scanner Artec Spider, supportato dall’ultima versione (9.2) di Artec Studio.
Per provare un apparecchio destinato all’acquisizione di oggetti piccoli con intricati dettagli, mi serviva un soggetto adeguato. Così sono andato in un mercatino dell’usato, a cercare un monile o una statuetta adatto allo scopo. Tra qualche poco appropriato vaso kitch, insulse porcellane bavaresi e terribili pupazzi di Goldrake e Big Jim, ho trovato l’impolverata statuetta di Agrippina. Sebbene fosse di gesso, evidentemente destinata a qualche turista giapponese, aveva qualcosa di affascinante. Per la modesta somma di undici euro, ho portato a casa un pezzo di storia: Giulia Agrippina Augusta , sorella di Caligola e madre di Nerone.

Agrippina

L’acquisizione dell’intero modello ha richiesto 10 diverse scansioni, effettuate in pochi minuti. Successivamente, con l’ausilio delle nuove, efficaci modalità di allineamento di Artec Studio 9.2, ho “rimontato” i frammenti acquisiti per ricostruire il volume della statuetta. L’operazione è estremamente facile: il software si accontenta di un accostamento sommario tra le varie scansioni, ne elabora in modo accurato la reciproca posizione, fino a sovrapporre perfettamente le superfici. La fusione finale del materiale acquisito, necessaria per ottenere un modello unico ha messo a dura prova gli 8 Gb di RAM del mio portatile, ma si è svolta senza problemi. Qualche successivo passaggio di postprocessing (chiusura dei fori, semplificazione della mesh, applicazione delle texture che fortunatamente vengono “normalizzate” dal software), ed Agrippina era pronta. In poco più di due ore, dallo scaffale polveroso del mercatino la bellezza ipnotica dell’avventurosa Agrippina è tornata alla luce. Dalla Germania ai fasti di Roma, dall’esilio a Ponza al tentativo di assassinio da parte dei sicari di Nerone ad Anzio, alla tragica morte al lago Lucrino sono trascorsi quasi 2000 anni. Ed eccola di nuovo qui. Nel Web.

Scansione 3D: Artec Studio 9.2 in Italiano

Pietro Meloni Artec, Software 0 Comments

 

Ho appena finito di tradurre, con grande piacere, l’interfaccia del programma e la Guida Utente di Artec Studio 9.2, l’ultima versione del software di gestione degli scanner Eva e Spider, divenuto molto popolare anche per l’ottimo supporto degli economici sensori Microsoft Kinect, Asus Xtion e PrimeSense.

Guida utente Artec Studio 9.2

Guida Utente Artec Studio 9.2

Artec Studio è un programma stupendo: ha il pregio (comune ai programmi stupendi) di rendere semplici cose molto complesse, come la scansione 3D. Già dalle versioni precedenti, la presenza di molte procedure automatiche, la comodità del controllo in tempo reale dei dati acquisiti, la struttura dell’interfaccia, la semplicità dei comandi avevano evidenziato significative differenze qualitative rispetto a diversi prodotti simili.

La versione 9.2 compie un ulteriore (considerevole) passo avanti, e come tale va considerata una Major Release. Disponibile soltanto in versione 64bit, introduce nuovi e più efficienti driver per gli scanner. Gli algoritmi, profondamente rinnovati, risultano veloci e stabili, anche nell’elaborazione di impressionanti quantità di dati.
Sotto il fronte dei dispositivi, Artec Studio 9.2 integra il pieno supporto del nuovissimo Artec Spider, un piccolo, comodo scanner hand-held che per accuratezza e grado di dettaglio può competere con avanzati sistemi metrologici high-end, offrendo in più la completa gestione dell’acquisizione e della mappatura di texture.
Nuova, e determinante, la capacità di sincronizzare la scansione con un sistema esterno di riferimento fotogrammetrico: questa caratteristica spalanca agli scanner Artec la possibilità di venire impiegati in congiunzione con scanner laser per grandi volumi ed altri scan reference systems.

Eva, Spider e Microsoft Kinect
Ma è sotto il profilo delle funzionalità legate all’editing ed al postprocessing che Artec Studio 9.2 rivela delle caratteristiche che vanno ormai ben oltre lo scopo di fornire – in modo semplice e veloce – un modello 3D attraverso una scansione tridimensionale.
La nuova versione include infatti un più che discreto sistema di chiusura fori, uno strumento per la rimozione di feature, nuovi filtri per eliminare i frammenti esterni, un’ottima gestione dei bordi, eccellenti strumenti per misure lineari, geodetiche, mappe di comparazione di superfici e annotazioni, un ambiente per la gestione della pubblicazione di modelli sul web. Integrandolo con altri software dotati di strumenti di Retopology quali ZBrush, modo e 3DCoat, Artec Studio 9.2 può rendere disponibile un ambiente di reverse engineering più che efficace a basso costo.

L’esperienza della traduzione Italiana è stata particolarmente interessante; l’occasione di scambiare opinioni e pareri con l’effervescente ed entusiasta gruppo di supporto e sviluppo documentazione di Artec, ed in particolare con Evgeniy Sinyakov e l’instancabile Olga Skvortsova mi hanno piacevolmente condotto ad esplorare le più recondite ed interessanti profondità del programma.
Spero di aver fatto un buon lavoro, e mi auguro che la disponibilità di una guida in Italiano renda ancora più semplice l’impiego del programma a tutti gli utenti italiani dei prodotti Artec Group. La guida, che verrà presto integrata nel package, è comunque già disponibile in formato PDF. E’ sufficiente farne richiesta all’indirizzo info@sharemind.eu.