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In risposta a: Supporti e risoluzione
26 maggio 2016 alle 12:54 #4996Ciao Marco,
La ventola “visibile” (superiore) gira sempre. Lo scopo di questa ventola è convogliare aria fredda nel dissipatore (parallelepipedo metallico nero sul quale è fissata la ventola). Il dissipatore ha delle scanalature, e con il passaggio dell’aria si raffredda, realizzando il taglio termico per l’hot end, per evitare che il calore dell’estrusione si propaghi verso l’alto. La ventola di raffreddamento materiale è quella inferiore, coperta da un convogliatore in plastica. Quella non deve girare se è disattivata via software.
Se l’ugello non si è rotto smontandolo a freddo, allora tutto è a posto. Il rischio di smontarlo/montarlo a freddo è che si rompa.
Per quanto riguarda i difetti che segnali, ti riferisci ai filamenti non aderenti? Con quale materiale stai stampando?
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In risposta a: Assistenza: Hotend/Modellazione/e-shop
26 maggio 2016 alle 8:47 #4991Sostanzialmente la procedura è corretta.
Se i cavi della termocoppia e del riscaldatore sono sufficientemente lunghi (di solito è così), l’hot end può essere estratto anche senza smontare la ventola. Subito dopo averlo estratto i grani che fissano termocoppia e riscaldatore risultano accessibili, e questi possono essere rimossi.
Per quanto riguarda la pulizia del blocchetto, eviterei l’uso della fiamma del fornello. Le suggerisco di acquistare un Dremel Versatip, un utensile multifunzione a gas che può essere usato come saldatore, pirografo, sorgente di aria calda. Questo strumento è anche l’ideale per rimuovere i segni bianchi che si creano nei modelli realizzati con materiali colorati quando viene rimosso il raft e i supporti. Utilizzando l’ugello in dotazione, il calore che l’utensile emette è molto regolabile, facendo del Versatip un prezioso strumento per il postprocessing. Il costo è di circa 40€, ed è reperibile nei negozi per bricolage.
La pulizia può essere fatta fissando un supporto cilindrico possibilmente metallico (un tubetto, un bullone lungo etc.) ad una morsa in posizione verticale, e successivamente inserendo il blocchetto in questo supporto, usando il foro del riscaldatore. In questa maniera il blocchetto può venire facilmente riscaldato da 5 lati. Una volta caldo, può essere pulito con un panno in cotone inumidito, e infine ove necessario con una spazzola con filamenti in ottone.
Dopo aver rimontato l’hot end non è necessaria alcuna operazione di calibrazione.
NOTA: nello smontaggio dell’ugello, ove fosse necessario applicare una coppia rilevante, è bene tenere fermo il blocchetto con una chiave o con una pinza (in questo caso, applicare una lamiera d’alluminio, es. ricavata dalla lattina di una bevanda) per evitare che la pinza danneggi il blocchetto.
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In risposta a: Supporti e risoluzione
25 maggio 2016 alle 9:23 #4973Con oggetti relativamente grandi (superfici oltre 2-3 cm. per lato) è conveniente disattivare completamente la ventola. L’ABS non “gradisce” sbalzi termici; la ventola va utilizzata (e in questo caso attivando l’opzione Auto) soltanto per superfici “molto” piccole (se sono le uniche che la macchina stampa nella sessione).
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In risposta a: Assistenza: Hotend/Modellazione/e-shop
25 maggio 2016 alle 8:53 #4972Buongiorno Pierandrea e benvenuto nel forum.
Cercherò di rispondere a tutte le tue domande. Sarebbe comunque meglio separare gli argomenti, in modo che si possano rintracciare più facilmente.
1) Assistenza
La fuoriuscita di materiale nel lato superiore dell’hot end è dovuta ad uno scarso serraggio delle viti che fissano il tubicino attraverso il quale passa il filamento al blocco riscaldante.
Non è necessario sostituire l’hot end.
Suggerisco di smontarlo completamente (tubicino, blocco, ugello) e pulire separatamente i tre componenti. Dal momento che i residui che si formano sono insolubili (anche con acetone), essendo carboniosi, per agevolare la pulizia il blocco può essere riscaldato con una fiamma o con una pistola per sverniciare, se disponibili. Non utilizzare questo procedimento per il tubicino, poiché contiene un inserto in Delrin che potrebbe fondersi nel caso di un riscaldamento eccessivo. Se l’inserto dovesse apparire danneggiato, va sostituito l’intero hot end.NOTA: smontaggio e rimontaggio dell’ugello vanno rigorosamente eseguiti A CALDO. L’ugello non può essere avvitato completamente se viene montato a freddo, a causa di accumuli di plastica (rigida) nella parte inferiore del tubetto. La rimozione/montaggio dell’ugello a freddo ne può causare la rottura all’interno della filettatura, e in questo caso l’intero hot end viene compromesso.
La pulizia di routine dell’ugello (esterna) può essere effettuata semplicemente passando, poco prima dell’inizio della stampa, ad ugello ormai caldo, una pezzuola di puro cotone inumidita. Non è necessario (è anzi sconsigliato) smontare l’ugello ad ogni stampa. L’interno normalmente non richiede pulizia. Non è neppure necessario rimuovere il filamento a fine stampa, a meno che non si debba usare un diverso colore/materiale nella stampa successiva.
In sostanza, tra una stampa e l’altra l’unica operazione di manutenzione ordinaria è quella di ridurre l’accumulo di residui carboniosi sulla parte esterna dell’ugello, usando la pezzuola in cotone come descritto in precedenza. Non è indispensabile che l’ugello sia “lucido”; è sufficiente che non vi sia un eccessivo accumulo di materiale.
2) Movimentazione assi
Tutti gli assi possono essere movimentati a mano a macchina spenta. Per gli assi XY è sufficiente spostare l’estrusore nella posizione desiderata. Per l’asse Z, si può effettuare (sempre a macchina spenta) una pressione o trazione sul piano, oppure girare a mano la vite senza fine.
Gli assi non possono essere movimentati a mano a macchina accesa.
Modellazione/Slicing
La stampa 3D prevede che i modelli siano chiusi e topologicamente corretti. Questo implica l’assenza di bordi sovrapposti o distanti tra loro, vertici non utilizzati, intersezioni etc.). Molti modelli scaricati dal web non sono stati modellati correttamente; a seconda della tolleranza dello slicer verso gli errori topologici, e degli strumenti che adotta per correggerli eventualmente, si possono presentare casi diversi: stampe impossibili, stampe con risultati imprevedibili o stampe corrette. Il modo migliore di procedere è comunque quello di risolvere gli eventuali problemi in sede di modellazione, o validare il modello con opportuni programmi (online o offline). Stampare un modello con problemi topologici conduce a risultati imprevedibili.
In ogni caso, la stampa di oggetti intersecati tra loro (come nel suo caso) è assolutamente da evitare. Eventualmente si può procedere ad una operazione booleana (di somma) in modo che risulti un unico oggetto che racchiude un volume.
Stampa di oggetti troppo piccoli
Le stampanti non possono realizzare oggetti che abbiano spessori o dimensioni inferiori al diametro dell’ugello (0,4mm). In alcuni casi, anche oggetti che superano queste dimensioni di poco possono dar luogo a problemi nel corso della stampa. Ad esempio, una piramide che tende ad una superficie prossima allo zero negli ultimi layer può risultare deformata, poiché l’ugello si trova ad insistere a lungo sempre nella stessa (piccola) zona, e tende ovviamente a fonderla. Un problema di questo tipo si risolve stampando più oggetti (con altezze uguali o superiori) insieme. In questo modo, il materiale deposto farà in tempo a freddarsi tra un layer e l’altro.
Il cattivo orientamento del modello, la stampa di supporti troppo stretti e lunghi può determinare risultati inaspettati (es. supporti che cedono).
Piano di lavoro
I piani di lavoro (parte inferiore) possono essere acquistati da noi. Ne abbiamo alcuni in arrivo per la prossima settimana.
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In risposta a: Supporti e risoluzione
24 maggio 2016 alle 17:25 #4969Buonasera Marco,
Sicuramente la risoluzione 0,29 mm. non è ottimale per questo tipo di modello, con molte superfici curve. Suggerirei 0,14 o 0,09. I tempi si allungano, ma la qualità risulta molto migliore. I supporti vanno bene lite.
Per quanto riguarda l’angolo di generazione supporti, non è conveniente salvo casi particolari usare valori superiori a 20°. -
In risposta a: Cranio primate di 3 milioni di anni fa
22 maggio 2016 alle 14:36 #4959Veramente un bel lavoro David. Si vede che è fatto con passione.
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In risposta a: 3D a scuola
20 maggio 2016 alle 13:00 #4924Benvenuto nel Forum, David. Il tuo impegno nella didattica è ammirevole: troppo spesso la scuola utilizza programmi datati, senza offrire agli studenti la possibilità di sviluppare curiosità, interesse e competenze verso processi e tecnologie del mondo reale. Il lavoro di cooperative come la tua è prezioso.
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In risposta a: Athena di Velletri
18 maggio 2016 alle 18:53 #4921E’ vero, molti modelli su Thingiverse presentano qualche problema. E anche tra quelli che geometricamente non ne presentano, spesso i suggerimenti rispetto ai supporti e all’infill sono pensati per la stampa con PLA, che ha caratteristiche diverse rispetto all’ABS.
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In risposta a: Rimozione del modello dopo la stampa
11 maggio 2016 alle 18:54 #4760No, direi di no. Si creerebbe un ulteriore shock termico per il materiale, e generalmente il distacco avviene meglio con il piano freddo.
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In risposta a: Mi presento
9 maggio 2016 alle 18:28 #4735Ciao e benvenuto nel forum.
Le Sinterit arriveranno intorno al 16 Maggio, e naturalmente le sottoporremo ad esaustivi test per verificarne le reali potenzialità.
Riguardo ai contatti, nel sito principale (che non è il blog wordpress che ospita il forum, ma http://www.sharemind.eu), puoi trovare una pagina di contatti, una pagina chi siamo, referenze dei principali clienti etc.
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In risposta a: Filamenti non originali
8 maggio 2016 alle 17:38 #4729Il PETG non è esattamente un PET, e va inoltre considerato che la flessibilità di oggetti realizzati in PET (es. una bottiglia dell’acqua minerale) è legata allo spessore molto sottile delle pareti.
Per ottenere oggetti flessibili (non necessariamente elastici, ma resistenti alla flessione), si può usare lo Z-GLASS (rinforzato in fibre di vetro), o filamenti terze parti come il nylon 12 a fibra lunga (LongChain) o similari.
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In risposta a: Utenti Zortrax M200
8 maggio 2016 alle 17:34 #4728Zortrax mantiene quello che promette. Stampe di qualità dalla prima all’ultima, e una eccezionale affidabilità. In questo senso, nonostante i costo comparabile a quello di prodotti di fascia hobbistica o prosumer, va annoverata tra le stampanti professionali.
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In risposta a: problemi di adesione.
8 maggio 2016 alle 17:31 #4727Ciao Carmelo,
Non so come tu abbia sperimentato la stampa su vetro.
In ogni caso è necessario considerare che:
A) utilizzando una superficie non conduttiva (es. vetro), la macchina NON si arresta durante la rilevazione del punto home Z. Questo implica potenziali danni alla meccanica e naturalmente al piano di lavoro;
B) Utilizzando il software Z-Suite, viene comunque prodotto di serie un raft, quindi la stampa su vetro non ha senso.
Per stampare su vetro, sarebbe necessario sia rendere conduttiva (ma solo rispetto (separatamente) alla zona centrale/frontale sinistra)) il piano interposto, cosa piuttosto complicata;
Fare in modo che il raft non venga stampato, cosa possibile con versioni non ufficiali (decompilate e modificate) di Z-Suite.
Sconsiglio VIVAMENTE entrambe le cose, sia per evitare danni alla meccanica e conseguente risoluzione della garanzia, sia per eventuali problemi legali legati all’utilizzo di software non originale.
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In risposta a: Shogun e Kyotoflex, le due nuove intrerpretazioni del PLA di TreeDFilaments
6 maggio 2016 alle 17:25 #4720Ciao Maurizio,
Lo Shogun è un materiale tecnico, usato per scopi particolari, e al momento disponibile soltanto in colore naturale. Il prezzo è di 38€ + IVA per bobina (1 kg. netto).
Naturalmente è invece disponibile del PLA Ecogenius rosso (Red Race).
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In risposta a: problemi di adesione.
3 maggio 2016 alle 8:50 #4701Ciao Carmelo,
Si, la corretta calibrazione del piano è indispensabile. La macchina effettua l’azzeramento al centro del piano. Nel caso questo non sia calibrato (ovvero “inclinato”), si avrà una corretta distanza tra l’estrusore e il piano al centro, e una distanza troppo ravvicinata sul lato più alto ed eccessiva sul lato opposto. Entrambe le circostanze determinano problemi: una distanza troppo ravvicinata può dar luogo ad una sovrapressione nell’hot end, e il materiale potrebbe non venire estruso, con conseguente intasamento dell’ugello e abrasione del filamento da parte del pignone. Quando la distanza è invece eccessiva, il materiale arriva sul piano di lavoro “freddo” e non penetra nei microfori, rappresentando un “invito al distacco”.Oltre a questo accorgimento ne troverai altri nella guida; non dimenticare che la scelta del materiale è cruciale per ridurre i rischi di deformazione e il distacco. Il materiale che ritira meno tra quelli disponibili è senz’altro il PETG, che può essere comparato dal punto di vista della ritrazione al PLA. Con questo materiale, ed utilizzando i vari accorgimenti presenti nella guida (calibrazione, pannelli di chiusura, infill light etc.), è possibile stampare un modello grande quanto la massima area di stampa senza problemi.