Pietro Meloni

Risposte create

  • In risposta a: problemi di adesione.

    28 aprile 2016 alle 18:20 #4635
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Ciao Carmelo,

    Innanzitutto, benvenuto.
    a parte gli iscritti al forum (che come puoi vedere sono ancora pochi), i problemi di adesione sono purtroppo frequenti in particolare nelle stampe con ABS, materiale incline alle deformazioni strutturali. Nel sito puoi trovare alcune guide su come contrastarli (Menu Guide, nella stessa pagina del forum). Ci sono svariati accorgimenti da adottare; per migliori risultati suggerisco di adottarli tutti. Comunque, nel tuo caso probabilmente il piano di lavoro ha perso il trattamento iniziale (Z-Juice), ma  si può ripristinare preparando una miscela di acetone industriale e frammenti di filamento di ABS. Comunque, puoi appunto trovare tutto nelle guide.
    L’uso di un piano in vetro, oltre a far perdere il riferimento Z, non risolve il problema in quanto l’adesione su piano microforato del raft è comunque senz’altro maggiore della adesione su vetro.

  • In risposta a: Utenti Zortrax M200

    26 aprile 2016 alle 18:19 #4620
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Benvenuto nel forum, Stefano. Grazie per il tuo contributo. E’ attraverso i contributi degli iscritti che il forum può crescere. Aspettiamo di vedere qualche tuo modello stampato nella sezione Creazioni / Work in progress!

     

  • In risposta a: Utenti CraftBoot+

    20 aprile 2016 alle 13:00 #4517
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Le domande sono sempre benvenute, Maurizio.

  • In risposta a: Utenti Zortrax M200

    15 aprile 2016 alle 18:34 #4499
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Ciao Fabio,
    No, il raft nella M200 è inevitabile (a meno di non intervenire nel programma, cosa complessa e naturalmente illegale). Se fosse possibile “spostare il modello in alto”, si otterrebbe sia il raft, sia la generazione di supporti per sostenere il modello, ma peraltro non è proprio possibile agire sulla coordinata Z del modello (gli spostamenti sono limitati agli assi X e Y).

     

  • In risposta a: Filamenti non originali

    15 aprile 2016 alle 11:46 #4496
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    In teoria, si. Era stato annunciato (ma è  già passato molto tempo), sia lo Z-Nylon sia lo Z-Flex (un qualche elastomero). Ma al momento non se ne sa nulla.

     

  • In risposta a: Filamenti non originali

    15 aprile 2016 alle 9:41 #4494
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Come tutti sappiamo, la garanzia Zortrax viene formalmente invalidata ove vengano utilizzati filamenti non originali. Questa misura adottata dal produttore ha lo scopo principale di garantire, attraverso l’uso di filamenti originali, un grado di qualità ottimale e ripetibile, e di evitare che insorgano problematiche (es. otturazione dell’ugello) che sarebbero poco gestibili dal supporto tecnico.
    Fatto questo doveroso inciso, vanno distinti potenziali problemi reali, dovuti ad esempio dall’impiego di filamenti marcatamente non idonei, a problemi di entità minore, come modesti difetti qualitativi che possono insorgere utilizzando filamenti “compatibili”. E infine, va anche considerata la possibilità che dei filamenti sviluppati con materiali non presenti nella gamma Zortrax possano produrre anche risultati eccellenti.

    In realtà, la macchina non è bloccata rispetto all’uso di filamenti di terze parti. Il diametro del filamento è standard (1.75 mm), e non sono presenti “chip” nelle bobine originali. A questo punto, quando un filamento di terze parti può essere usato con successo (trascurando l’aspetto “garanzia”)? Semplice. Il filamento “target”, per ottenere buoni risultati dovrebbe comportarsi “come un filamento originale”, ovvero dovrebbe poter essere stampato con gli stessi parametri (temperatura, velocità, ritrazione, etc.) di uno dei vari filamenti originali.
    Dal momento che questi parametri non sono noti, ma è possibile soltanto selezionare una tipologia di materiale (es. Z-ABS, Z-HIPS etc.), la questione si può risolvere solo in modo empirico, sperimentando vari filamenti. E questo è il  problema. Muovendosi in modo sperimentale, il rischio che un filamento non soltanto non si stampi bene, ma intasi l’ugello è una probabilità non così remota. Le peggiori conseguenze possibili? La necessità di cambiare ugello.

    Perché usare altri filamenti

    • Ma veniamo ai motivi che dovrebbero spingere un utente a sperimentare filamenti non originali.

      Risparmio
      Mah, questa motivazione non regge più di tanto. I filamenti Zortrax sono non soltanto ottimi, ma – rispetto alla loro qualità – anche più che abbordabili. Se comparati con filamenti “Premium” di altri produttori che offrono una qualità simile, risultano spesso persino più economici.

    • Gamma di colori
      Questa potrebbe essere una ragione più plausibile. Se c’è la necessità di stampare ABS in rosa ciclamino, viola, marrone etc., ci si deve rivolgere ad altri prodotti perché questi colori mancano dalla gamma Zortrax.
    • Necessità di usare materiali non disponibili
      Questa è senza dubbio una motivazione sensata. Può chiaramente accadere di voler stampare dei materiali disponibili in commercio, ma non presenti nella gamma Zortax.
      Ma stampare un materiale “del tutto non previsto” è anche la cosa che comporta i maggiori rischi di insuccesso. E’ chiaro che, con la marea di produttori presenti sul mercato, si possa trovare un ABS che si comporta in modo simile allo Z-ABS, o un PETG che si comporta in modo simile allo Z-PETG. Ma certamente è più difficile che ad esempio un Nylon si comporti come lo Z-ABS.

    In particolare, alcuni materiali hanno delle caratteristiche fisico-meccaniche del tutto peculiari, che poco somigliano a quelle dei termoplastici “standard” (es. ABS e HIPS), e risultano di conseguenza particolarmente difficili da stampare, e/o richiedono addirittura un particolare tipo di hardware (es., sistema di alimentazione o hot end). Nello specifico, questo è sicuramente il caso del Nylon e degli elastomeri citati nel post.

    Nylon
    E’ in assoluto uno dei materiali più difficili da stampare. Le ragioni sono principalmente tre: presenta grandi difficoltà di adesione al piano di stampa (tende a distaccarsi), è estremamente igroscopico (assorbe umidità che si trasforma in vapore durante la stampa, danneggiandola), e necessita di una temperatura particolarmente stabile nella camera di stampa per evitare vistose deformazioni. Rispetto alla Zortrax M200, il primo dei problemi può essere superato (grazie alla piattaforma microforata), il secondo deve essere gestito “deumidificando” le bobine aperte (es. forno a 50 gradi per 2 h), e il terzo richiede necessariamente una schermatura (es. con i pannelli opzionali) della macchina. In aggiunta a questi accorgimenti, che migliorano le possibilità di successo, è assolutamente necessario optare per poliammidi con la più bassa igroscopicità possibile (es., LongChain TreeDFilaments, un nylon “12” a catena lunga).

    Elastomeri

    Qui il problema diventa ancora più grosso. Gli elastomeri sono per definizione elastici. Questo comporta una spiccata isteresi: i “movimenti” applicati al filamento (cambi di velocità, ritrazioni) presentano un ritardo tra il sistema di alimentazione e il momento nel quale l’azione si concretizza con l’uscita del filamento dall’ugello. Per cui, per stamparli sarebbero necessari dei profili adeguati, che tengano conto di questo peculiare comportamento. Il “codice macchina” non dovrebbe prevedere variazioni di velocità (che dovrebbe tra l’altro essere generalmente molto più bassa rispetto a quella prevista per un filamento standard), né dovrebbe prevedere ritrazioni. In sostanza, nessuno dei profili standard della Zortrax prevede tutto ciò. E c’è poi un altro problema. Tra il pignone godronato e l’inizio del tubicino attraverso il quale il filamento “spinto” deve passare ci sono alcuni millimetri di “percorso non guidato”. In questo spazio, i filamenti elastici tentando di “sfuggire” al loro destino di passare attraverso l’hot end e l’ugello, piegandosi. Il pignone, continuando a girare nel vano tentativo di spingere il filamento, lo avvolge intorno a se stesso, provocando un inceppamento relativamente grave del sistema di alimentazione, che deve essere smontato per venire liberato.
    Ultimo problema, non da meno, è che gli elastomeri si distaccano con difficoltà dal raft, che nella Zortrax è inevitabile. Quindi può accadere che, nella lontana ipotesi in cui si sia riusciti ad estrudere della “gomma”, il modello ottenuto non risulti separabile dal raft…
    In ogni caso, volendo “tentare” la fortuna, i prodotti che possono offrire maggiori garanzie di ottenere un qualche risultato accettabile sono gli elastomeri “flessibili ma poco elastici”, come quelli basati su poliammidi (es. Flexability ++ TreeDFilaments).

    Altre soluzioni

    Un approccio completamente diverso per ottenere un modello finale realizzato in un materiale “non stampabile”, ma che presenti le proprietà desiderate, è quello di realizzare un master tramite stampa 3D (es. in Z-ABS), e successivamente realizzare un calco in gomma siliconica, seguito da una colata nel calco con il materiale “target” con il quale si vuole ottenere l’oggetto definitivo. Questo doppio passaggio che presuppone una vera e propria “replica” può condurre a risultati eccellenti, ed offrire la possibilità di ottenere modelli con materiali del tutto particolari, quali resine epossidiche estremamente resistenti, materiali “metallici” (resine caricate con polveri metalliche), materiali simili alla ceramica/marmo/sabbia etc, gomme anche con bassa durezza shore o estremamente elastiche.

  • In risposta a: Utenti CraftBoot+

    14 aprile 2016 alle 17:20 #4463
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Ciao Maurizio,

    Il modo migliore per creare un “angolino” è quello che hai appena utilizzato: scrivere post. Vedrai che la comunità crescerà rapidamente, se ci saranno argomenti di interesse.

    Riguardo ai supporti: Craftware permette una gestione abbastanza personalizzata dei supporti.
    Hai tre parametri che puoi gestire:
    1) Minimum surface steepness
    Riguarda l’angolo delle superfici rispetto alle quali vengono generati i supporti automatici.
    E’ riferito alla verticale, ovvero con un valore minore vengono generati meno supporti, esclusivamente per superfici molto in sottosquadro, e per un valore maggiore vengono generati più supporti (anche per superfici con sottosquadri più modesti). In sostanza, questo parametro controlla la quantità di supporti.

    2) SupportBar base thickness

    Questo parametro controlla lo spessore dei supporti automatici, espresso in millimetri. E’ probabilmente il parametro del quale hai bisogno. Per “alleggerire” i supporti usa un valore contenuto (es. 2,5). Nel caso in cui i supporti dovessero rompersi durante la stampa, usa un valore maggiore.

    3) Scale by

    Questo parametro controlla la scala dei supporti manuali. E’ un fattore di moltiplicazione rispetto al valore definito in SupportBar. Permette in sostanza di realizzare supporti più robusti in casi particolari. Nota: questo parametro non influenza i supporti già creati, per cui è possibile, nella modalità manuale, creare supporti ad albero con un “tronco” di maggiore diametro e con “rami” più sottili.

    Nell’immagine, un esempio di supporti manuali di diverso spessore (6x, 2x e 1x).

  • In risposta a: Appassionato con aspettative

    14 aprile 2016 alle 8:24 #4438
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Ciao Riccardo,
    Benvenuto nel forum. Certamente la qualità della macchina, e le modalità con le quali vengono decisi i parametri di stampa influiscono sul risultato finale.

    Ci sono tuttavia delle macchine (es. Zortrax M200) che non richiedono una complessa parametrizzazione, e producono modelli con un grado di finitura molto simile a quello delle parti stampate. Gli accoppiamenti meccanici sono estremamente precisi e non richiedono postproduzione.

  • In risposta a: Stucco Spray per carrozzeria

    14 aprile 2016 alle 8:21 #4437
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Ciao Fabio,

    E’ possibile usare anche il CoatPlast, che ha un pot life leggermente inferiore (20 min), e presenta altre interessanti caratteristiche. Può essere usato anche su polistirolo, permette verniciature verticali senza colature sino a 1 mm di spessore, e può essere applicato con più mani. CoatPlast consente anche di ottenere l’effetto marmo e sabbia, aggiungendo le rispettive polveri.

  • In risposta a: Aiuto su filamenti

    11 aprile 2016 alle 15:34 #4400
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Ciao Maurizio,

    Vero, nell’eShop i diametri non sono chiari. Ma a giorni verrà ristrutturato.

    Per la CraftBot+ puoi tranquillamente usare l’ecogenius PLA, è un materiale ottimo.

    Il diametro di tutti i filamenti TreeDFilaments è in ogni caso 1,75 mm.

  • In risposta a: Utenti Zortrax M200

    8 aprile 2016 alle 11:31 #4397
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Si, per quanto ne so sono risultati ottenuti decriptando il software Z-Suite. E’ un approccio interessante da un punto di vista tecnico, e denota un buon livello di competenza da parte dell’autore, ma non è praticabile da un utente “standard”. Lo confinerei tra gli “esperimenti” con una scarsa utilità pratica.

  • In risposta a: Stucco Spray per carrozzeria

    8 aprile 2016 alle 10:59 #4395
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Ciao Fabio,

    Le vernici autolivellanti a base epossidica o polimerica funzionano molto bene per “assorbire” i difetti e in particolare i gradini creati dalle stampanti FDM, ma consiglio assolutamente l’applicazione a pennello e non spray. Lo spray si deposita indistintamente su tutta la superficie, e tende di conseguenza a produrre una levigatura omogenea, che può ridurre il grado di dettaglio. L’applicazione a pennello permette di scegliere lo spessore dello strato depositato nelle varie zone, e le caratteristiche autolivellanti fanno il resto.

    I prodotti più indicati sono Prochima Duraloid AL-30 (epossidico bicomponente 100:60, pot life 30 min), e Duralioid Coatplast (epossidico tixotropico bicomponente, 100:20, pot life 20 min). Entrambi i prodotti sono indicati per spessori sino a 1 mm. Il materiale è trasparente (lucido), ma può essere colorato con appositi pigmenti. I prodotti sono disponibili presso ShareMind.

    Duraloid AL-30

     

  • In risposta a: Utenti Zortrax M200

    5 aprile 2016 alle 19:00 #4380
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Benvenuto in questa (mi auguro per ora) piccola comunità, Fabio. Grazie della tua partecipazione.

  • In risposta a: Quanto vale la "camera calda"?

    5 aprile 2016 alle 11:31 #4376
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Ciao Fiorenzo,

    Ti segnalo che Giuseppe Massoni (responsabile della comunità Rhinoceros in Italia, e mio vecchio amico), ha recentemente acquistato una Zortrax M200 ed ha progettato e realizzato un cover superiore con estrazione di fumi e filtro EPA. Puoi trovare delle immagini della sua realizzazione, e credo i modelli per realizzare il cover nella sua pagina FB (Giuseppe Massoni).

  • In risposta a: Utenti Zortrax M200

    5 aprile 2016 alle 10:57 #4375
    gplus-profile-picturePietro Meloni
    Amministratore del forum

    Benvenuto Fiorenzo!

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