Stamattina hanno iniziato ad arrivare le Raise3D, che distribuiamo in Italia. Confesso che ero ansioso di vedere dal vivo queste macchine, e soprattutto di provarle. Per ora posso dire molto poco, tranne il fatto che l’imballo (enorme) è particolarmente curato, sia esternamente sia internamente, e che la macchina rivela per molti aspetti la sua progettazione “Americana”.
All’interno, tutti gli organi di movimento sono rigidamente fissati con clip in plastica e fascette (riusabili). Completamente avvolta da un “sarcofago” di polistirolo spesso più di dieci centimetri, la macchina sembra poter sopportare le angherie del più maldestro degli spedizionieri.
E’ altamente suggerito maneggiare il “collo” in due persone, ma la struttura dell’imballo consente comunque la rimozione del cartone (che si sfila verso l’alto dopo aver tolto le fascette esterne) anche da parte di una sola persona.
Sono impressionanti le dimensioni generali. L’immagine della stampante così come appare sul sito non rende affatto l’idea. Tutto è (come nella tradizione statunitense) generosamente sovradimensionato. Mastodontiche le viti a ricircolo: sostenuto da quattro guide cilindriche in acciaio da 12 mm., il piano sembra poter sollevare senza problemi il peso di una persona.
La dotazione di accessori è buona (spatola, forse un po’ piccola e troppo rigida per distaccare un grande modello, ottime pinzette, portafilo, cavo, chiavetta USB, serie di chiavi a brugola, clip, kit pulizia ugello, piano in vetro rivestito in BuildTak, due bobine di materiale). Esagerate le parti di ricambio: fusibili, tubetti passacavo, dado passacavo, ugelli e persino un intero hot end. Buono, semplice e ben illustrato il manuale.
Per dare un’idea di cosa intendevo prima con “progettazione Americana”, i due portafilo sono in alluminio massiccio, e pesano quattro o cinquecento grammi…
Per ora, le aspettative sembrano tutte ampiamente superate in questo primo “sguardo”. Credo che entro domani, invierò la prima stampa.
STAY TUNED…..