Il mio rapporto con questo software è molto antico. Mi è capitata per le mani una delle prime beta, nel 1994, e sono rimasto fulminato. Ho iniziato a portarlo con me in tutte le fiere alle quali partecipavo (all’epoca molte) e a diffonderlo. L’anno successivo, con la smania che sempre mi prende quando trovo un prodotto al quale mi appassiono, sono volato ad Orlando, in Florida, per conoscere di persona Bob McNeel. Blue Jeans, maglietta nera col rinoceronte come tutto il resto del piccolo team, che presentava ufficialmente per la prima volta una Work-In-Progress. Gli ho portato un volume con delle stampe ottocentesche di rinoceronti, e gli ho strappato la promessa che non appena il programma fosse stato commercializzato lo avrei potuto vendere in Italia.
Ho dovuto aspettare ben quattro anni. I meticolosissimi sviluppatori non volevano perdere neppure un feedback della foltissima schiera di beta-tester (circa 30000 nel mondo) per perfezionare in modo maniacale il programma.
Così ho partecipato, sempre negli Stati Uniti, al primo corso ufficiale per istruttori, e finalmente nel 98 sono arrivate le prime scatole nere, con un corposo manuale a colori di oltre 600 pagine. Ho portato la prima scatola ad un cliente ed amico, Giuseppe Massoni, designer orafo, “rampollo” di una famiglia di gioiellieri da svariate generazioni. Gli ho detto che doveva comprarlo per forza. Giuseppe si è fidato. E’ stato il primo “cliente” di Rhinoceros, e ha messo a frutto questo vantaggio. In poco tempo è diventato il referente della comunità Italiana, ed è un “membro permanente” dello staff McNeel. Io nel frattempo nel 2000 ho tradotto la prima versione in Italiano (Rhino 3), con un lavoro di svariati mesi che mi ha riempito di soddisfazione. E poi, come spesso mi accade, sono rimasto travolto da altre passioni di emergenti diavolerie, tra cui macchine per la prototipazione SRP e stampanti 3D. Ma Rhinoceros è rimasto, in questi ormai 22 anni, uno tra i miei modellatori preferiti.
L’innovazione continua
Rilasciato nel novembre 2012 dopo circa 5 anni di sviluppo, monitorato da ben 40.000 beta tester, Rhino 5, la versione attuale, si presenta in forma smagliante, arricchito di oltre 3.500 migliorie.Come sempre in controtendenza rispetto ai competitor, pronti a sfornare “nuove” release con frequenza annuale, spesso per motivi commerciali persino anticipate di qualche mese per proporre la versione 2013 già a metà del 2012, McNeel ci ha abituato a nuove versioni che presentano innovazioni sostanziali. La prima e tecnicamente più significativa è la doppia piattaforma a 32/64 bit. Abbinata ad una sostanziale revisione e semplficazione della topologia dei modelli, questa novità aggiunge al “cambio” della macchina Rhinoceros svariate marce in più, in termini di velocità di esecuzione e possibilità di gestire progetti enormemente più complessi. Se Rhino 4 in alcune occasioni poteva dare l’impressione di un motore con qualche cavallo in meno rispetto al “peso della vettura”, Rhino 5 appare sin dall’avviamento pronto e scattante.
Ampliare senza complicare
Il problema più comune che si presenta nell’includere nuove funzionalità (soprattutto quando, come in questo caso, sono numerosissime) è contenere l’aumento della complessità d’uso. Menu ed icone tendono a proliferare in modo incontrollato, saturando anche l’abbondante spazio reso disponibile da grandi monitor ad alta risoluzione. Beh, Rhino 5 risolve brillantemente l’equazione, con una nuova interfaccia che suddivide le barre strumenti in ordinate schede – vere e proprie “cassette degli attrezzi” con dotazioni adeguate rispetto alle finalità alle quali sono orientate. Gli strumenti disponibili sullo schermo divengono quindi di volta in volta quelli “giusti” per affrontare esigenze di generale modellazione, disegno tecnico, rendering, selezione etc. Lo stesso accade per le schede laterali destinate a consentire la condivisione dello stesso spazio delle finestre di dialogo dei Livelli, Proprietà, Aiuti etc. Naturalmente, il tutto è fin troppo personalizzabile in relazione alle proprie specifiche esigenze. Questo intelligente approccio alla revisione dell’interfaccia (doverosa per accogliere la moltitudine di nuove funzioni) ha il pregio di non sconvolgere il workflow degli utenti esistenti, e nell’insieme appare più come una semplficazione che non come una complicazione. E non è poco.
Maggiori possibilità nella manipolazione dei modelli
Sino alla versione 3, era particolarmente importante nell’affrontare un progetto scegliere un approccio topologico “adeguato alle future possibili manipolazioni”. Le diverse entità geometriche utilizzate (superfici, superfici tagliate, polisuperfici) implicavano differenti possibilità di manipolazione, e la necessità di un consistente background di conoscenza della “filosofia delle NURBS” per predisporre il progetto in modo che consentisse future manipolazioni adeguate alle esigenze. Il progettista doveva in qualche modo “proiettarsi” nel futuro, prevedendo gli interventi di modifica che avrebbero potuto rendersi necessari, e definendo la natura topologica dei vari elementi geometrici usati nel modello in base a questo. Con la versione 4 gli sviluppatori avevano introdotto qualche miglioria, ed un primo approccio “storico”, che consentiva per alcuni comandi di intervenire sugli elementi impiegati per la generazione di “feature” (es. curve) per alterare gli oggetti (superfici) generate.
Ma rimanevano tuttavia diversi limiti nella possibilità di modifica delle polisuperfici. Spesso in particolare i neofiti di Rhinoceros, dopo aver esploso polisuperfici esitenti e tentato di manipolare i punti di controllo, si trovavano di fronte a deformazioni impreviste e pressochè totalmente incontrollabili. Da questo punto di vista, la versione 5, anche a causa di una profonda revisione strutturale nelle modalità interne di costruzione degli elementi geometrici, consente di affrontare con disinvoltura task in precedenza ostiche, come l’offset di polisuperfici, la creazione di gusci, lo spostamento di elementi costitutivi di un modello complesso etc. L’introduzione dello strumento GumBall, un potente modificatore interattivo che permette di spostare, scalare, ruotare frammenti di polisuperfici è quasi una rivoluzione.
Grandi prestazioni
In alcune specifiche aree (es. il caricamento e la gestione di modelli mesh di medio-grandi dimensioni) l’architettura stessa delle precedenti versioni di Rhinoceros consentivano soltanto modeste prestazioni. L’introduzione di una versione a 64 bit, la profonda revisione strutturale alla quale è stato sottoposto il programma, e lo sfruttamento dei coprocessori grafici hanno portato ad un cambiamento radicale delle performance. La nuova piattaforma consentirà una maggiore efficienza dei plug-in di reverse engineering (ne esistono molti), ed apre la strada verso una modellazione “ibrida” (NURBS, SDS, Voxels, Pixol etc.) della quale ormai si sente il bisogno.
Ancora più versatile
Da sempre Rhinoceros è considerata una delle migliori piattaforme per l’interscambio dati tra diversi applicativi di modellazione e CAD sia per la moltitudine di formati I/O gestiti, sia per la presenza di svariati strumenti utilizzabili per la “bonifica” di file con errori topologici provenienti da altri programmi. La versione 5 prosegue questa “tradizione” integrando 9 nuovi formati e introducendo oltre 50 migliorie nellla compatibilità di alcuni tra i formati già supportati.
E i “vecchi” plug-in?
Naturalmente, non tutti gli sviluppatori di plug-in si sono già adeguati alla nuova architettura a 64 bit. Poco male. Rhino 5 viene installato nelle macchine con processori e S.O. a 64 bit anche nella versione a 32 bit. Questo consente al sistema di eseguire correttamente anche i plug-in scritti per Rhino 4 (nella versione a 32 bit), garantendo sia la salvaguardia degli investimenti, sia un passaggio graduale verso la piattaforma a 64 bit. Per una completa anteprima delle nuove caratteristiche e funzionalità della versione 5, utilizzare i pulsanti in basso per accedere alle risorse video. Per maggiori informazioni, usare il pulsante Rhino 5 Info.
Panoramica delle principali novità di Rhino 5 (25 min) Video completi delle funzionalità di Rhino 5 (7h)