Stampante 3D New Matter Mod-T

Pietro Meloni Stampa 3D 0 Comments

Con la diffusione delle piattaforme di crowdfunding, si assiste sempre più frequentemente ad annunci prematuri di prodotti, che danno luogo anche ad imponenti raccolte fondi a fronte di poco più che “intenzioni progettuali”.

MOD-t-3d-printer

E’ il caso di Mod-T, una piccola, graziosa (a giudicare dai sapienti rendering) stampante 3D, che ha raccolto dal 28 maggio al 27 luglio 2014 la bellezza di 683.804$, e che nessuno ha ancora visto. Le chiavi di questo successo? Un preciso mix di ingredienti (basso prezzo, look accattivante, promesse di una estrema semplicità d’uso), ed un approccio marketing singolare, che legava le funzionalità della stampante all’entità del finanziamento. Ad esempio, “raggiungendo 500000$, le stampanti verranno spedite con compatibilità Mac“, “con 750000$ raggiungeremo layer da 100 micron“, “con 1000000$ otterrete un credito di 25$ per scaricare progetti dal nostro sito“, eccetera. Sostanzialmente, una cortina di fumo, che ha infervorato gli investitori (con un ottimo esito finanziario per New Matter), e che li ha distratti rispetto alle reali funzionalità di quanto stavano “acquistando”. Già, perché guardando la macchina (anzi il rendering della macchina), si intuisce che il gruppo di stampa è azionato da una microscopica vite senza fine e si muove in Z su due guide che non hanno alcun supporto nella parte superiore.
E’ facile immaginare le vibrazioni e le flessioni alle quali il gruppo di stampa verrà sottoposto, soprattutto ai layer più elevati: è difficile invece immaginare come un sistema del genere possa garantire accuratezza stampando a 100 micron.
E’ ancora più difficile pensare che la macchina possa produrre stampe di qualità, considerando che sarà il piano di lavoro a muoversi in XY. Negli infill più veloci, visto che il piano non è riscaldato, possiamo già immaginare la parte andare a spasso per la macchina, staccata dalla piattaforma di costruzione.
Stendiamo un velo pietoso sul fatto che non si capisce come il piano possa muoversi (non si vedono cinghie né scanalature lungo le quali possano spostarsi gli assi), e su dove dovrebbe essere alloggiata la bobina che, viste le dimensioni della base e la presenza comunque di una meccanica e di un’elettronica al suo interno, sicuramente non è in grado di accoglierla.

In effetti, le “vere” macchine non si sono ancora viste.
I primi “bakers” hanno finanziato il progetto quasi un anno fa, ed è di questi giorni la notizia che le prime consegne al prezzo di 349$ sono state posticipate (per il momento) a Settembre 2015.

Citiamo le specifiche tecniche, dalle informazioni (piuttosto rarefatte) disponibili:

  • Processo: FFF
  • Materiale: PLA (non proprietario)
  • Volume di lavoro: 150x100x125 mm
  • Layer: 0,2-0,3-0,4 mm
  • Diametro ugello: 0,4 mm
  • Peso: 5Kg
  • Connettività: WiFi, USB

 

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