Stampante 3D Stacker S4

Pietro Meloni Stampa 3D 0 Comments

Recentemente presentata alla Hannover Messe, una fiera tradizionalmente orientata alle soluzioni per l’automazione dell’ufficio (un po’ come il nostro SMAU), la Stacker S4 viene proposta come una stampante “Industrial Grade” per scopi professionali. Non vorrei stroncare questo prodotto sul nascere (è ancora in prevendita), ma un primo sguardo alle immagini e alle caratteristiche dichiarate mi porta decisamente a formulare un primo giudizio non incoraggiante.

Il look “Americano” della Stacker S4 sembra puntare alla sostanza e non alla forma. Nel comunicato marketing, il produttore sottolinea: “Non sembra un elettrodomestico da cucina, poiché non è un elettrodomestico da cucina. E’ una macchina per la produttività”. E prosegue: “Non ci sono falsi pulsanti o pannelli di plastica. Tutto è all’aperto per una facile accessibilità. Ciò vi permette di modificare la vostra nuova macchina per adattarla alle vostre esigenze. Stacker è perfetta per essere usata come una piattaforma di sviluppo o per tecnologie di stampa alternative.”

S4

 

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Gli Americani sono noti per il loro approccio pionieristico. Ma chi si metterebbe a modificare, appena scartata, una macchina da 10000$? Non ci si aspetta che funzioni già bene così come è stata progettata?
Falsi pulsanti? Ovvero? Magari qualche macchina potrebbe arrivare con un pulsante che non funziona. Ma falso? Non ho mai visto delle macchine con pulsanti finti.
Non sarà che realizzare cover presuppone stampi, e gli stampi costano (così come i pulsanti, peraltro)?

Cerco di non farmi prendere troppo la mano, e provo ad approfondire l’analisi, per quanto possibile senza averla vista dal vivo, della macchina.

Il telaio non da l’idea di un prodotto industriale. Appare costruito da profilati, fissati con “fastner”. Bulloni? rivetti? non si capisce dalle immagini. Ma per quanto mi riguarda, il telaio di una stampante 3D corrisponde alle fondamenta di una casa. Lo preferisco decisamente tutto di un pezzo, elettrosaldato o piegato, ma senza giunzioni che a seguito delle vibrazioni, soprattutto in una macchina “grande” possono rapidamente consentire “deformazioni” della geometria.

Provo ad andare avanti, continuando a leggere le caratteristiche tecniche.

Superior Positional Accuracy. Viene dichiarata una grande accuratezza di riposizionamento, ma non viene specificato il valore della tolleranza. O meglio, viene dichiarato il valore di risoluzione e definito accuratezza, che è una cosa diversa. In compenso, viene precisato che la macchina usa “viti ACME”. Ovvero, barre filettate con filettatura trapezoidale e madrevite in materiale antiattrito. Mah. Quando si tratta di “Industrial grade” e di “Professional”, francamente mi aspetto delle viti a ricircolo, soprattutto in una macchina così costosa.

Ma veniamo al punto dolente. Quattro estrusori “indipendenti”. Dotati di doppia ventola. Con corse (riferite al caso di un singolo estrusore) di 355x525x650 mm. Gli estrusori, tanto indipendenti non sono. Sono fissati su un’unica barra, quindi in Y e in Z possono muoversi soltanto simultaneamente. Ovvero, possono stampare quattro parti geometricamente uguali.


Purtroppo, aumentando il numero di estrusori, il volume utile di ciascuna singola parte si riduce. Sino a 355x96x650mm, nel caso vengano installati tutti e quattro gli estrusori possibili.
L’immagine da l’idea di cosa possa ottenere con questo tipo di volume utile. Sostanzialmente vasi (stretti e lunghi). A chi piace..

Qualche altro dubbio, in ordine sparso

  • Alimentazione Bowden. Addio agli elastomeri.
  • Piano di lavoro apparentemente non trattato (richiede Kapton, vinavil, Builtak etc.).
  • Aperta su due lati. Una pacchia per il warping, con dimensioni così rilevanti.
  • L’elettronica non è dichiarata, ma da alcuni dettagli sospetto sia 8 bit.
  • Apparentemente, non è presente alcun display/jog. Quindi non è ben chiaro come possa venire gestita la stampa da scheda SD. Non sarà che necessariamente che per avere un qualche controllo sul processo va pilotata da PC con connessione USB?

Insomma. Che non ami troppo le macchine con estrusore multiplo si era già capito. Ho già scritto diverse altre recensioni in proposito, su macchine simili. Sembrerò banale, ma penso che quattro macchine da 2500$ sono meglio di una da 10000€, se offrono funzionalità analoghe. E in questo caso, con la limitazione a 96 mm di lato per stampa, direi che almeno da un punto di vista di superficie XY, con macchine da 2500$ si può pretendere un’area di lavoro di 250×200 mm., che mi sembra un po’ più sfruttabile di una da 355×96. E poi, quattro macchine permettono di realizzare si quattro modelli uguali, ma anche volendo quattro modelli completamente diversi. Con meno rischi: se si guasta una macchina, le altre tre continuano a funzionare.
La mia valutazione finale? Non sono in condizione di esprimerla, senza aver davvero visto la macchina stampare. Ad ogni buon conto, il modello precedente, la “Stacker 500”, è valutata da Aniwaa una stella su cinque. Sarà un caso?

 

 

 

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