In diverse occasioni e in vari articoli mi è capitato di esprimere opinioni non troppo entusiasmanti rispetto al PLA e alle sue caratteristiche. Tuttavia, spinto dalla sua “ecocompatibilità” e dal mio punto di vista soprattutto dal fatto che le stampanti di qualità limitata non riescono a stampare correttamente l’ABS, il PLA è tutt’ora uno dei materiali, se non il materiale più diffuso per la stampa 3D a filamento.
Resta fermo il fatto che le proprietà fisiche e meccaniche, la successiva lavorabilità, la resistenza alla temperatura restano comunque generalmente mediocri. Ma Dario Negrelli Pizzigoni, guru dei materiali plastici e titolare della TreeDFilaments, che probabilmente la pensava più o meno come me rispetto alle limitazioni di questo materiale, ci ha fortunatamente pensato, rilasciando due formulazioni innovative che migliorano considerevolmente le caratteristiche del PLA.
Shogun Superior PLA
Uno dei principali problemi degli oggetti realizzati in PLA è la loro scarsa resistenza alla temperatura. Tendono a deformarsi se lasciati in una vettura sotto al sole (c.a. 50-60 gradi), e se a contatto con liquidi, che trasmettono il calore meglio dell’aria, la temperatura alla quale iniziano a cedere scende ulteriormente, a 40-50 gradi. Non è il caso del nuovo Shogun TreeDFilaments, che riesce a resistere senza troppi problemi anche all’esposizione a liquidi con temperature sino a 90°. Un bel risultato, che fortunatamente non comporta “controindicazioni”. Già, ci si aspetterebbe che queste prestazioni siano ricavate aumentando la temperatura di fusione del filamento. Ma questo avrebbe comportato la difficoltà di stampare il materiale con stampanti in grado di raggiungere solo temperature modeste nell’hot end. TreeDFilaments deve averci pensato, e lo Shogun si lavora esattamente come un normale PLA, a 195° circa. Inoltre, questo filamento è anche meccanicamente più resistente del comune PLA di circa il 20%. Il video in basso (che personalmente trovo tra l’altro particolarmente divertente), illustra dal vivo le eccellenti proprietà dello Shogun.
Kyotoflex
Ancora un azzeccato nome “orientaleggiante” per il secondo “super PLA” di TreeDFilaments. Il secondo, frequente appunto addebitato al PLA è la sua eccessiva rigidità, causa di una certa fragilità soprattutto nelle parti sottili.
Kyotoflex è il primo materiale che estingue questo peccato originale del PLA, e a tutti gli effetti può essere considerato il primo materiale ecologico flessibile per la stampa 3D. Oltre a conservare la stessa facilità di stampa del normale PLA, ed altre positive caratteristiche come limitate deformazioni strutturali, Kyotoflex ha anche un bassissimo coefficiente di assorbimento dell’umidità, altro “guaio” che affligge sia il PLA, sia alcuni materiali flessibili come il Nylon.
Questo nuovo materiale, prodotto esclusivamente in colore verde, può essere stampato anche con macchine con architettura Bowden, ed è accreditato di una durezza Shore di 47/D.
Sia Shogun, sia Kyotoflex sono già disponibili nel catalogo ShareMind per utenti e rivenditori.